Oggi è il 16 luglio, una data che non dimenticherò mai in tutta la mia vita. Mi riferisco ovviamente al giorno in cui, un anno fa, sono caduto per le strade di Roma, rimediando una simpatica frattura multipla a testa dell’omero e dintorni. Il resto della storia lo conoscete. In questi mesi ho pensato spesso che fosse “un segno”, uno di quelli chiesti più volte a gran voce qui sulla Cuccia. In qualche modo, una “spintarella” a cambiare un po’ di cose della mia vita, o quantomeno a prendere atto di quelle immutabili: devo dire che ha funzionato, in diversi modi.

Ho comprato una casetta a Milano e, sebbene non sia ancora del tutto abitabile, so che quando avrò bisogno di un punto di appoggio potrò recarmi nel mio buchino e dormire tranquillo, magari arrivando in città tardi in aereo o dovendo partire da lì particolarmente presto. Paradossalmente, invece, non vivo più a Milano come un anno fa: passo le mie notti tendenzialmente a Reggio Emilia, confrontandomi con un’aspirazione che chi legge la Cuccia sa essere di vecchia data. In sinstesi: dopo una quindicina d’anni scopro pregi e difetti del vivere in Emilia.

Ho cambiato lavoro: sì, la Società è la stessa e la natura del lavoro pure, ma il passaggio a Manager (oltre ad essere una bella “ricompensa” per i drammi degli scorsi anni) ha anche cambiato la natura della mia attività quotidiana. Più responsabilità, ma anche più soddisfazioni. Con i nuovi Clienti sto cercando di instaurare buoni rapporti come quelli che vivevo a Bergamo, anche se purtroppo non potrò mai garantire una presenza costante come quella di allora. Unica pecca di quest’anno, forse, il fatto di non essere ancora riuscito a tornare a lavorare a Roma.

Non so se sia merito della nuova posizione lavorativa, ma mi rendo conto che anche il mio rapporto col denaro sta cambiando. Sebbene il mio stipendio attuale sia sostanzialmente quello di un anno fa (potrebbe cambiare nel 2011), il fatto di aver preso il monolocale a Milano mi ha permesso di considerare più serenamente i soldini rimanenti. Ho preso coraggio e ho sperimentato la Borsa: un segno di maturità più che di incoscienza, tanto che ora mi domando perché non l’abbia fatto prima. Ed aver superato certe resistenze si rispecchia anche nelle spese quotidiane.

È cambiato anche un po’ il mio rapporto con la tecnologia. Forse ha contribuito il BlackBerry, preso qualche settimana prima dell’incidente ed usato in maniera intensa nei mesi successivi. Nemmeno il PC è più lo stesso: sembra un aspetto banale, ma per chi passa tante ore al giorno davanti al PC per lavoro e qualcosa in più per piacere, avere a disposizione un notebook sufficientemente potente migliora la qualità della vita, facendo persino guadagnare ore di sonno. Purtroppo le sveglie all’alba per le riunioni col Cliente sono sull’altro piatto della bilancia.

Accanto a questi piccoli grandi cambiamenti, come dicevo, sono emersi con forza anche gli aspetti “immutabili”. Quelli negativi, tipo l’incapacità di affrontare seriamente programmi di allenamento/rafforzamento muscolare, che potrebbero invece essere utili per parare i danni; quelli positivi, tipo la serenità derivante dalla mia famiglia. Dopo qualche tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti, ho davanti un week-end intenso con i miei genitori e mia sorella e sono felicissimo. Queste sono proprio le cose che vorrei non cambiassero mai, fino all’ultimo dei miei giorni.



2 Comments to “Un anno con una spalla malfunzionante”

  1. passeroad | Luglio 17th, 2010 at 04:29

    Complimentoni.
    Sono contento per te 🙂
    Se passi per Roma fammi sapere.

  2. ex-xxcz | Luglio 22nd, 2010 at 21:39

    Pensa la coincidenza: non ero stato a Roma da quel 16 luglio di un anno fa e ci sono tornato l’altro giorno (il 19) per una riunione pomeridiana, con tutti a sfottermi dicendo “Stai attento! Evita le fontanelle!” :mrgreen:

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