Orgoglio italiano?

17 Marzo 2011

L’immagine che mi rimarrà più impressa di questa giornata festiva partiolare (in termini di calendario e non solo) è stata quella di una mamma con due bimbi. Uno in braccio, l’altro dietro di un passo, unito alla mano della mamma da una bandiera italiana. Un’immagine magari retorica e sicuramente difficile da raccontare, ma una vera e propria “foto”, seppure mentale.

Sono stato felice di aver trascorso oggi con almeno parte della mia famiglia in giro per città emiliane in cui il sentimento nazionale lo si sente ancora, non solo per l’esaltazione della bandiera o delle opere di Verdi. Un sentimento magari rabbioso, viscerale, come non può essere diversamente in una terra che sta diventando una bastione circondato da popoli leghisti.

Ricordo distintamente la prima volta che pensai di essere orgoglioso di essere italiano: ero in autobus ai tempi del Liceo, nell’infinito viaggio curve curve verso casa, parlando con un’amica. Constatavamo quanto fossimo stati fortunati a nascere in un Paese ricco di tesori culturali, accogliente e vivibile. Erano gli anni post-Tangentopoli, un po’ di entusiasmo era d’obbligo.

Sono stato orgoglioso poche volte ancora, nei decenni successivi. Ho visto situazioni sociali terribili e luoghi turistici meravigliosi, ho conosciuto persone indimenticabili e ho vissuto eventi storici. Un vortice intenso, in cui ho visto la quasi totalità dei miei amici emigrare all’Estero, per periodi molto lunghi o addirittura in maniera definitiva, mettendo spesso su famiglia.

Io sono rimasto qui in Italia, con tanta perplessità e magari qualche rimpianto. A parità di responsabilità, all’Estero guadagnerei molti più soldi; magari avrei anche potuto scegliere la carriera universitaria, troppo difficile nella realtà italiana. Non ho avuto la possibilità di tornare ai luoghi di origine, ma in qualche modo essendo rimasto in Italia, non li vedo così lontani.

Non amo lo sport, quindi difficilmente troverò motivi di orgoglio nazionale da quel punto di vista; sarei felice di vedere connazionali ricoperti di premi Nobel od Oscar, ma le chance sono limitate. Quindi questo fantomatico orgoglio immagino lo proverò ancora, ma quando e come è del tutto misterioso. Probabilmente, dovrò andare anch’io all’Estero per farlo.



Leave a Comment