Poche città riportano indietro nel tempo me e in qualche modo anche i miei genitori come fanno Padova e Venezia. Soprattutto la prima è meta irrinunciabile di ogni viaggio familiare in Veneto: è ricca di ricordi, che nel tempo si sono trasformati in piccole tradizioni. Una è molto particolare: passiamo ogni volta sotto la Reggggia che mi ospitò per i cinque anni dell’Università e diamo un’occhiata al citofono. Ancora oggi c’è l’etichetta col mio nome sopra ed è una cosa un po’ strana che ci strappa un sorriso tenero, ci fa pensare a quanto quella città ha rappresentato per me e per il resto della famiglia.

È stato facile pensare a come siano passati 10 anni dagli ultimi mesi tra Padova e Venezia, quelli della Laurea e della fine del lavoro a Rialto. Un po’ più strano invece pensare a come ne siano passati 20 (venti) da quell’estate del 1992 che in qualche modo segnò il passaggio dall’infanzia all’adolescenza: la gita scolastica dell’ultimo anno delle medie a Padova e Venezia (daje), quella familiare a Genova per l’Acqario cui ho già accennato. Un triangolo un po’ sghembo, questo Venezia-Padova-Genova, ma che sempre di più negli anni diventerà uno degli assi su cui impilare i ricordi delle altre città degli scorsi anni.

Dal punto di vista più “turistico”, la cosa particolare di questo week-end passato tra Padova e Venezia è stata scoprire nuovi posti, nuovi angoli in città che pensavamo di conoscere fino in fondo: ad esempio Burano nella Laguna o la Chiesa degli Eremitani a Padova. La differenza tra le due città è che, come scrivevo qualche anno fa, Padova si rinnova di continuo grazie alla vigorosa presenza di universitari e ai nuovi spazi commerciali; Venezia è sempre uguale a sé stessa, se non per qualche brutto palazzo che ogni tanto viene costruito in mezzo a isolati storici ovviamente meravigliosi anche se un po’ dismessi.

Immagino sia quello successo nel tempo a Genova, in cui ora purtroppo i palazzacci superano quelli d’epoca. Così oggi Genova è più adatta alla vita quotidiana di Venezia, che è una bomboniera delicata, ma forse solo Padova tra le tre offre il giusto equilibrio. Peccato che se a Venezia e Genova il lavoro è poco, a Padova sembra essere nullo; quindi tra le tre Genova resta la scelta (per quanto poco autonoma) più sensata. Per me tuttavia sarà sempre un posto di passaggio, come lo sono stati Padova e Venezia un tempo. Poi ne verranno altre da confrontare, da vivere e raccontare. E chissà quale forma diventerà il triangolo.



One Comment to “Rivedendo Padova e Venezia dopo tanti mesi a Genova”

  1. Pingback dall’articolo » Padova e Venezia a distanza di un anno | Novembre 30th, 2013 at 21:24

    Grazie alla disponibilità della mia famiglia, anche quest’anno ho avuto la possibilità di passare un bel week-end tra Padova e Venezia. Visto che è avvenuto un anno dopo l’analoga esperienza a novembre 2012 e all’altra punta del triangolo sghembo c’è sempre Genova, sono fioccati i confronti. […]

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