Burocrazia e soldi

28 Aprile 2014

Accennavo a San Valentino alle complessità burocratiche dietro la “semplice” richiesta di passaporto di Eva. Chiunque ha ascoltato in Italia i racconti sulle peripezie ha poi sospirato “Ah questa India enorme e complessa” o qualcosa di simile. Io stesso ho avuto qualche perplessità durante la richiesta di visto lo scorso autunno, con lo sportello milanese propenso a spillarti decine di Euro per qualsiasi dettaglio; poi ho iniziato a intuire che era tutto un grande business. Me ne sono accorto compilando l’ESTA per l’imminente viaggio negli Stati Uniti; teoricamente non è un visto ed è piuttosto semplice compilare la domanda online. Basta pagare 14$ per ottenere l’autorizzazione, che però non è ben chiaro in cosa consista, visto che non c’è traccia sul passaporto né include dati abbastanza precisi per individuare potenziali terroristi in ingresso. Quindi spero che avvenga tutto telematicamente e nessuno mi crei problemi laggiù.

Fin qui tutto sommato siamo nel terreno del viaggio turistico: vuoi entrare in un Paese straniero e paghi, poco o tanto. Più fastidioso il concetto di visto di transito: proprio nei giorni caldi della trattativa Alitalia-Etihad ho scoperto che l’eventuale scalo ad Abu Dhabi richiede di lasciar giù qualche decina di dollari che, inutile dirlo, nel caso della mia fidanzata indiana diventano ancora di più perché l’India non è nei Paesi “amici” (per loro quelli del Golfo o quelli europei). Al di là dei soldi, però, quello che mi sta scoraggiando a comprare un biglietto Alitalia in codeshare è la burocrazia: ai cittadini dei Paesi simpatici gli arabi danno la possibilità di pagare l’obolo in loco, per gli altri serve tutta la trafila di un normale visto. Non so se voglio sottoporre la povera Eva anche a questa trafila, visto che è imminente il grande show della richiesta visto per l’Italia e/o per l’area Schengen. Che sembrano la stessa cosa, invece no.

A furia di leggere l’apposita sezione del sito del Ministero degli Esteri, ho appreso che una cosa è il visto turistico temporaneo, che offre la possibilità di spendere 90 giorni in Europa ogni 6 mesi; un altro il visto “serio” che ha validità solo sul territorio italiano ma che viene concesso solo sulla base di requisiti piuttosto stringenti. Che sembra di capire sfocino rapidamente nel complesso mondo della gestione dell’immigrazione (con tutto il film permessi di soggiorno etc.) e che tendenzialmente prevedono la necessità di avere un impiego, un’attività di studio o un marito in Italia. Il che mi fa sorgere il dubbio che in qualche modo la cosa più semplice sarebbe andare in India a sposarsi, poi tornare da solo qui e dire “Oooops ho dimenticato mia moglie laggiù” per farmi raggiungere. Ma tornando al punto iniziale di questo post, chi ha il coraggio di sposarsi in India, in particolare nell’ambito di un contesto di minoranza religiosa?

Ricapitolando, la soluzione più semplice per rivedere presto la mia dolce metà è comprare un biglietto aereo A/R, compilare una dichiarazione in cui sostengo che prenderò io in carico tutte le sue spese durante la visita turistica in Italia e poi trovare un modo per sfruttare bene quei 90 giorni di libertà. Che però richiedono le sue dimissioni dal lavoro, quindi c’è da domandarsi cosa farà in India nei successivi 90 giorni in cui le sarà vietatissimo tornare qui. Poi ricomincerebbe il dubbio su cosa fare: andare avanti di ulteriori 90 giorni qui e di 90 giorni lì ad libitum? Come si fa a ragionare su un futuro insieme quando le leggi sono talmente sciocche? Qual è il punto? I vari governi vogliono ulteriori soldi in scartoffie burocratiche? Io sono anche disposto a darli pur di uscire dall’impasse, ma mi pare più un ricatto che una normale gestione di relazioni internazionali tra Stati che si presuppone siano maturi abbastanza.



One Comment to “Burocrazia e soldi”

  1. Pingback dall’articolo » Visti stressanti | Giugno 16th, 2016 at 21:33

    Due anni fa l’attesa del visto Schengen per Eva era stata piuttosto delicata: chiedevamo 3 mesi in Italia per una persona con un nuovo passaporto e l’esito non sembrava così scontato. Poi quando quest’anno abbiamo rifatto la richiesta tutto è stato più spedito in fase di preparazione, anche se potenzialmente c’era di nuovo qualche dubbio sulla richiesta di ulteriori 3 mesi. Alla fine in entrambi i casi è andata bene, anche se in questo secondo caso fa riflettere la motivazione “turismo” quando è noto che Eva sia venuta in Italia a sposarsi. […]

Leave a Comment