L’estate di Eva

30 Settembre 2014

I 90 giorni di durata del soggiorno erano quelli previsti per legge, ovviamente sfruttati al massimo; l’inizio e la fine a cavallo del solstizio estivo e dell’equinozio autunnale invece sono stati quasi un caso. Eva è arrivata in Italia all’inizio di un’estate piovosa ed è andata via all’inizio di un autunno che già sembra piuttosto freddo. Ha segnato molto le vite di alcuni di noi, in particolare la mia e quella dei miei genitori.

Difficile penso in futuro ricordare l’estate 2014 senza associarla immediatamente alla piccola routine che si era formata a casa mia e ai piccoli grandi tour in giro per l’Italia, pensati con l’obiettivo di farle conoscere le bellezze del nostro Paese, dalle più grandi a quelle un po’ sconosciute, forse persino a noi. E poi un tuffo quotidiano in cucina, abitudini sociali, rapporti familiari, amicizie, consuetudini e innovazioni.

Qualche giorno fa a Fiumicino la mia tristezza era infinita: il senso dell’abbandono vissuto negli ultimi venti anni in tante stazioni, fermate degli autobus e aeroporti stavolta era in formato gigante, accompagnato da un senso dell’ineluttabilità che di solito non mi è proprio. In fin dei conti per lavoro sono sempre quello che sa cosa fare; o quanto meno devo riuscire a esserlo, per colleghi, clienti e collaboratori.

Camminando per gli ampi spazi dell’aeroporto invece ripensavo sospirando all’estate di Eva e mi domandavo cosa fare nei prossimi mesi. Lontano da lei, lontano dai miei genitori, perso nell’infinita trattativa per restare il più possibile a lavorare a Sondrio e alle prese con la burocrazia all’apparenza impenetrabile per un Italiano che voglia sposare civilmente un’Indiana. Chissà se qualcuno mi darà una mano.



3 Comments to “L’estate di Eva”

  1. Eva | Ottobre 7th, 2014 at 19:17

    I love you with all my heart and soul

  2. Anto | Ottobre 15th, 2014 at 21:10

    Meno male che per tanti italiani che vogliono cacciare gli stranieri c’è qualcuno che li vuole accogliere, almeno una (Eva!)

  3. Pingback dall’articolo » Stanco di aspettare, vado in India | Ottobre 31st, 2015 at 21:02

    […] La rabbia cresce, soprattutto per il senso di impotenza: è incredibile pensare quanto tempo sia passato da quando ci siamo salutati a Fiumicino. Era settembre 2014, oltre un anno fa: da allora prima l’illusione di vederci a Natale, poi in estate, poi nulla: ci siamo quasi arresi al destino per cui un bel giorno Eva arriverà in Italia per sposarsi, ma nessuno sa quando. […]

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