Ho passato le vacanze di Natale a inseguire i check-in dei miei amici su Facebook in giro per il mondo: una coppia a Tokyo, una collega a Miami e New York col moroso, altre persone in Vietnam o Filippine o su calde spiagge esotiche. Poi è arrivato il momento dell’effluvio di foto, versione moderna delle diapositive che si infliggevano agli amici negli anni Ottanta.

In realtà io mi diverto a guardarle; ogni scatto, da quello più ricercato con la reflex al selfie con lo smartphone, racconta una piccola storia e qualche emozione. Ci navigo attraverso come un tempo facevo coi romanzi; ora però i protagonisti delle storie esotiche sono persone conosciute e mi piacerebbe magari anche ascoltarle di persona; in attesa commento, metto like.

Ho fatto pochissime foto in India e USA tra fine 2013 e 2014; le ho mandate tutte a mamma e sorella che le commentavano divertite, qualcuna a Eva. Non è pigrizia, è che ho un rispetto quasi sacro di chi fa foto per professione o anche solo per passione; quindi anche quando la scorsa estate ho girato un po’ l’Italia con Eva ne ho fatto pochissime, più che altro a lei.

Ora guardo la lista dei 50 posti che meritano una visita nel 2015 e sospiro. C’è anche Milano, ma immagino giusto per la storia dell’Expo. Le altre mete sono molto più lontane e interessanti, ma così a occhio molte non le visiterò mai. Il che è davvero un peccato: perché viaggiare non è solo un bel modo per imparare nuove cose, ma è anche il mio hobby principale.

Qualche giorno fa ha avuto improvvisa notorietà la famiglia Castellari, che ha mollato la squallida vita milanese per andare a vivere a Bali. I commenti che stanno ricevendo sui social network sono impietosi, eppure io, dopo anni in Lombardia e dintorni, davvero li capisco. Questa vita ti strema e Milano non fa nulla per aiutarti: finirò come i frustrati che sognano notte e dì.

Sogni...



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