L’Europa è un fuscello

17 Luglio 2015

Il delirio (macro)economico di queste settimane grazie alle brutte notizie dalla Grecia ha fatto vedere davvero parecchia turbolenza sui mercati: qualche picco molto negativo, seguito poi da riprese “a scalini” e tanta volatilità. La cosa onestamente non è poi così originale: purtroppo sembra un po’ una riedizione del 2011.

Oggi come allora è appunto l’incubo “Grexit” a distruggere miliardi di Euro di investimenti dei piccoli risparmiatori; l’amaro in bocca, soprattutto a fine giugno, è stato quello di un dejà vu rispetto a quell’estate piuttosto “calda”. Anche perché, onestamente, chi si è davvero ripreso del tutto dalle “botte” di quei mesi infernali?

Tutta l’economia sembra incastrata in un’enorme crisi continua. Mentre l’economia statunitense veleggia su ritmi non visti da tempo (basta guardare il grafico che mostra come il Nasdaq abbia recuperato i livelli della bolla di inizio millennio), in Europa siamo fuscelli in preda a qualsiasi influsso, specie se negativo.

Le prossime avvisaglie sono infatti quelle legate ai mercati orientali, Cina in primis. Iniziano a vedersi i primi crolli e non è difficile immaginare che, nell’attesa dell’ennesima ondata del “problema greco”, verremo intrattenuti allegramente dai mal di pancia di Pechino, che ha vissuto nell’illusione economica e finanziaria per anni.

Da un lato alcuni spergiurano che frammentazione dell’Euro e ritorno alle svalutazioni dei singoli Paesi siano la ricetta magica; dall’altro ci si strappa le vesti ipotizzando che solo un’Europa unita politicamente ed economicamente possa fare da scudo. Qualunque sia la soluzione, bisogna cambiare: così siamo troppo deboli.



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