La Pasqua dell’OCD

12 Aprile 2020

In queste settimane di follia collettiva, ammetto di rilevare una piccola perversione per gli ossessivo-compulsivi. Sostanzialmente potrei riassumerla così: se un/una OCD non si ammala, può dire che aveva ragione lui/lei a lavarsi le mani ogni 5 minuti visto che ora è una norma collettiva salva-vita; se un/una OCD si ammala, può dire che faceva bene a non toccare superfici pubbliche, perché il mondo è pieno di sporcaccioni.

Sorrido da qualche giorno pensando a questo piccolo paradosso, anche perché c’è poco da ridere guardando dalla finestra della stanzetta in cui lavoro. Esco 1 volta (raramente 2) la settimana per andare al Penny Market, che ho la fortuna di avere a 100 metri da casa mia. Il recente obbligo della Regione Lombardia di indossare mascherina anche per strada e guanti al supermercato toglie ogni briciolo di entusiasmo per quest’uscita.

Ogni volta che leggo un articolo su quali siano le superfici che potrebbero veicolare il Coronavirus, penso che tutto sommato sono a mio agio nel vedere questo uso a pioggia del gel sanitizzante. Ma poi capisco che nelle zone dove Covid-19 è ampiamente diffuso, si può dire che il virus abbia fatto “un salto” che ormai travolge tutto e tutti, probabilmente al di là dei nostri piccoli mezzi e tentativi individuali di evitarlo. Sta là, te lo becchi.

Oggi è Pasqua, ma è un giorno come gli altri. Provo a non lavorare, ma sicuramente lavorerò a tempo pieno domani, in una Pasquetta davvero sui generis. La situazione disperata a Bergamo mi fa pensare a quanto sono stato là, anche nell’ultimo anno; ho paura per le persone che ho conosciuto, magari “solo” al lavoro, che spero non soffrano personalmente o per causa della morte dei familiari. Ne conosco meno a Brescia, ma vale lo stesso.