Se c’è un’espressione inglese che odio, è “We don’t need this!”, detta in contesti “professionali”. Devo dire che l’ho scoperta da non molto, ma da quando ho iniziato a lavorare nei gruppi di lavoro internazionali, mi è capitato più volte di sentirla. Qualche volta detta a me, a volte ad altri: ma se lo dicono a me io rispondo (male), gli altri (ad esempio cinesi e coreane) si mortificano e basta.
Fondamentalmente, è la frase tipica di chi non ha il minimo tatto. Di chi, dopo averti visto lavorare giorno e notte, si sente in diritto di giudicare che il tuo lavoro è stato inutile. Aaaargh! Da buon italiano (almeno così suppongo), avrei serie difficoltà a rispondere con questo tono acido: cercherei, piuttosto, gli aspetti positivi, anche se pochi.
Oggi ho ricevuto dai miei colleghi del gruppetto “M&A bancarie” la loro parte dell’articolo da consegnare in giornata. Quando li ho visti, avevano un sapore di già visto. Uno era il copia / incolla di questo articolo, l’altro di questo articolo dell’Unione Europea e di queste FAQ. Da notare, non copia e incolla “di qualcosina”: copia e incolla integrali, con tanto di formattazione. Sono andato dall’autore del primo “capolavoro” e mi sono vendicato, dicendogli ironicamente (e poi scrivendoglielo via e-mail con tanto di emoticons, tanto per completare l’opera) “We don’t need this!”. Almeno, stavolta, era giustificato.