Salgono i casi, salgono i prezzi

31 Gennaio 2022

L’inflazione è arrivata a livelli che non si vedevano dagli anni Ottanta. Le banche centrali e i governi dicono che sia anche ovvio e salutare, dopo gli shock di marzo/aprile 2020. I tassi di interesse sono ancora bassi: ma difficilmente resteranno tali molto a lungo. Il che comporterà ulteriori turbolenze sui mercati e nelle nostre vite quotidiane.

Nel frattempo, d’altronde, crescono anche i casi di Coronavirus. Se un anno fa parlavo qui di iper-inflazione, di sicuro non potevo immaginare che con tanti vaccini nelle nostre vene saremmo arrivati a 200.000 casi al giorno. La scuola materna di Margherita è di nuovo chiusa per quarantena, in maniera non dissimile da altre volte in questi due anni.

Spero vivamente che quest’ondata da 10.000 morti al mese si calmi, anche se probabilmente nel frattempo tutti in qualche modo contrarremo una delle mille varianti del virus. Le interazioni nella vita quotidiana sembrano quelle di sempre, seppure con un sacco di mascherine all’aperto e al chiuso e la perdurante impossibilità di viaggiare seriamente.

In questa “normalità” un po’ artefatta, una delle differenze è che la frutta, la verdura e altri prodotti primari sembrano ogni giorno più cari: poco cambia essere al nord o al sud, in città o in paese. Ulteriori ondate comporteranno ulteriori crisi del personale in settori cruciali come l’agricoltura e l’industria, con possibili ulteriori impatti negativi sui prezzi.

Sembra la spirale perfetta, difficile da disinnescare. Salgono i casi di Coronavirus, salgono i prezzi, sale la tensione sociale. In Italia ci aspetta un (ulteriore) anno di campagne elettorali, in vista delle elezioni politiche del 2023. Nel frattempo ci sarà auspicabilmente un’altra estate con meno casi, come le precedenti: ma chissà come sarà il prossimo inverno?