Alle mosche del tempo piace una freccia

26 Febbraio 2006

Senti che stai invecchiando quando un dipendente del tuo Cliente non fa che parlare del programma della De Filippi e ti fa vedere le foto dei protagonisti: ti sembrano poco più che bambini. Chissà qual è la loro età, puoi tirare a indovinare e ti viene da pensare che saranno nati a cavallo degli anni Novanta. Allora corri a vedere le foto dei partecipanti al Grande Fratello e scopri che loro hanno sì la tua età, ma un aspetto clamorosamente da vecchi. I loro profili danno da riflettere, ma ancor di più le loro foto: immagini la tua là in mezzo e ti rendi conto che ormai sei dalla parte degli “uomini”, non più dei “ragazzi”.

Ti rendi conto che, in fin dei conti, tra i ragazzotti ballerini e gli adulti nullafacenti del primo reality show della storia, probabilmente gli italiani stimeranno i primi e guarderanno con fare ironico ai secondi: in fin dei conti, chi ha meno di 20 anni ha di fronte l’intera vita, chi ne ha quasi 30 ormai le scelte della sua vita le ha fatte. Pensi che probabilmente i primi possono concedersi anni di dolce far nulla, hanno l’onore di poterlo fare inseguendo sogni di gloria. Pensi che i secondi hanno solo l’onere di tirare avanti inseguendo le rate del mutuo.

La vecchiaia delle apparenze incombe anche quando sfogli un giornale modaiolo o sbirci un cartellone pubblicitario e ti rendi conto che anche là vengono ritratte solo cerbiatte diciannovenni (a dire tanto). Pensi che in tutta la tua vita hai provato soggezione rispetto alle donne, che ti sono sembrate sempre distantissime e irraggiungibili  proprio per quell’aurea di sicurezza e maturità: ora sembrano una tua potenziale figlia. Ricordi Megan Gale ragazzina e te la trovi rottamata a 30 anni, come se fosse una vegliarda impresentabile. Ti è sempre sembrata molto più grande di te, invece lo era appena di un paio d’anni.

Il mondo dello sport, così come quello dello spettacolo, non ti aiutano: i campioni olimpici di cui si blatera tanto sono appena ventenni e i calciatori trentenni vengono chiamati “vecchi”. Guardi L’ultimo bacio e pensi che quelle tematiche le sentivi tue a 23 anni, ora le senti persino superate e ai 30 anni non sei nemmeno arrivato. Sospetti di aver corso un po’ troppo negli ultimi anni e pensi che non sei arrivato da nessuna parte: anzi, hai proprio perso la meta. Così rallenti il ritmo e ti tuffi nella quotidianità, tanto per tacere quella vocina maledetta che ti chiede di darle conto. Senti che si sta spegnendo del tutto e non sai se gioirne o disperarti. Addio coscienza.

Clamorosamente vecchio pensi di esserlo quando vedi la tua cuginetta che sta per prendere la sua bella laurea triennale e ti ricordi di lei neonata tra le tue braccia. Suo fratello diventa maggiorenne, tua sorella si avvicina al dottorato. Tu invece non fai nulla, ti affoghi nel lavoro e non hai nemmeno un minuto libero per leggere un libro. Invidi chi ti circonda perché conosce concetti come “ferie”, “malattia”, “tredicesima”. Tu non hai nemmeno un giorno libero per quella maledetta visita medica che dovevi fare un anno fa.

Verrebbe da chiederti cosa hai sbagliato, per trovarti così disorientato, in un mondo che invece corre allegramente e furiosamente. Tu invece barcolli, ti dimeni e crolli, visto il sonno. Sogni di cambiare e non sai da dove iniziare: i tuoi coetanei si sposano, fanno figli a ripetizione e divorziano. Tu non hai fatto nemmeno il primo passo e fai una grande fatica a immaginare anche solo una convivenza. Sogni di cambiare e non ti fanno iniziare: ti sei scavato il tuo maledetto ruolo nella società, non ti piace e non sai nemmeno cosa dire a quelle mosche che, nel frattempo, rosicchiano la freccia del tempo che vola. Time flies like an arrow.