Pasqua e venti di guerra

17 Aprile 2022

Due anni fa a Pasqua eravamo in lockdown: era il primo picco, quello con le notizie sconvolgenti da Bergamo e Brescia. Lo scorso anno a Pasqua eravamo in zona rossa sia noi che i nonni: un altro anno lontani. Quest’anno la novità è la guerra tra Russia e Ucraina, ovviamente accompagnata all’ennesima ondata di Coronavirus.

I casi vanno avanti a botte di decine di migliaia al giorno, anche se fortunatamente i morti sono molto meno. A inizio mese sono state tolte alcune restrizioni e a fine mese dovrebbero essere tolte anche quelle relative al lavoro in ufficio. Ma a molti non interessa più nulla: tutti pensano al conflitto, dagli esiti tutt’altro che scontati.

Il terzo anno consecutivo da soli a casa per Pasqua, con un’unica attività da fare: prenotare le vacanze estive in Calabria, seguite da un ulteriore periodo in India per Eva e Margherita. Tutto condito da tanti SE: SE la guerra non avrà un’escalation, SE il Coronavirus non creerà ulteriori problemi, SE i voli torneranno regolari e così via.

L’unica certezza è che la strada verso l’iper-inflazione tratteggiata un anno fa ormai è avviata davvero e gli inaspettati venti di guerra rendono anche meno fantascientifici peggioramenti drastici a livello mondiale, non solo in ambito economico. Ogni anno ce n’è una: chissà cosa mai succederà da qui a Pasqua 2023.