A spasso per Genova
31 Agosto 2011Il giorno di vacanza più strano di questo agosto non è stato durante il tranquillo periodo con la famiglia cui accennavo l’ultima volta. Si è trattato invece di un sabato in cui, a fine giornata, mi sono reso conto di aver camminato per quasi 12 kilometri. Senza cravatta, ma con giacca e zaino contenente PC/iPad/varie ed eventuali sulle spalle.
Una “cosa alla Giuseppe”, come vengono spesso definite le avventure strampalate che da una quindicina d’anni (ma quando ero più giovane erano molto più frequenti) mi vedono protagonista per Nord Italia e dintorni (sulla Costa Azzurra ad esempio ne ho combinate un bel po’). Stavolta lo scenario era quello del centro storico di Genova.
All’inizio era nata come una passeggiata “turistica” per l’area del Porto Antico, zona che avevo visitato da ragazzino, nel 1992, ai tempi delle Colombiadi. Stavolta ho visto centinaia di famiglie con bambini, gli stand variopinti della Festa dell’Unità (o come si chiama ora), le chiatte semimoventi su cui sedersi e prendere il sole: tutto molto allegro.
Poi da lì mi sono messo in testa di andare a cercare una pizzeria segnalata molto positivamente sul Web ma sparita da alcune directory: non per pranzare (mi ero svegliato un po’ tardi e avevo fatto colazione in albergo), ma per capire dove si trovasse in modo da poterci tornare poi in settimana a cena. Da lì sono iniziati i giri strani, su e giù.
Genova è infatti un sali e scendi continuo. Salivo una scala e mi ritrovavo in un contesto completamente diverso da quello poche decine di metri più giù; svoltavo in una discesina curvosa ed eccomi davanti a una piazzona gigantesca; andavo in direzione mare ed eccomi spuntare davanti una vera e propria collina in città. Piuttosto divertente.
Alla fine il dubbio sulla pizzeria mi è rimasto, visto che era sì chiusa, ma l’insegna in effetti c’era. Nel frattempo in compenso ho capito dove si trovavano un po’ di locali storici genovesi, molto caratteristici anche se un po’ troppo allegri nella gestione di ricevute e pagamenti. In generale, ho migliorato molto la “mappa mentale” della città.
Guardando l’orizzonte, ho avuto la conferma di quanto enorme sia Genova, non tanto per il già grande centro storico, ma soprattutto nei quartieri periferici, che per ora ho osservato dal treno o andando in aeroporto. Ho sorriso pensando che una famigliola potrebbe impiegare mesi a scoprirla tutta, visitando ogni week-end una zona diversa.
Alla fine delle lunghe camminate, avevo i piedi a dir poco infuocati. Per la cronaca, nel tardo pomeriggio sono tornato da Eataly (che avevo visitato con la bava alla bocca al mattino) per mangiare qualcosina e riposare prima del viaggio verso Milano. Ma di Eataly, al di là di questa esperienza genovese, scriverò in seguito, perché c’è tanto da dire…