Una storia di amicizie misteriosamente incrinate

22 Luglio 2008

Filippo e Giovanni si conoscono alle scuole medie: classi diverse, ma amici in comune. Iniziano a frequentarsi sempre di più e ad un certo punto diventano inseparabili: passano insieme i pomeriggi liberi nel week-end, le estati, le vacanze natalizie. Hanno pochi amici e si “bastano” l’un l’altro: si vogliono bene, a modo loro. Passando insieme l’adolescenza, d’altronde, affrontano in maniera più che positiva l’ingresso nell’età adulta.

Dopo anni di simbiosi, Filippo decide di andare all’Università in una città molto distante da quella in cui è cresciuto: sceglie la grande Torino, per seguire studi scientifici. Anche Giovanni vola lontano e si ritrova nella piccola Bergamo, iscritto in un corso umanistico. I primi tempi sono difficili per entrambi: non è facile vivere così distanti dalla casa in cui si è cresciuti e la vita dell’emigrato espone sempre a difficoltà di ambientamento.

Filippo e Giovanni, comunque, rimangono in contatto: si sentono qualche volta al telefono, si vedono un paio di volte scambiandosi le visite e l’ospitalità. Poi si ritrovano per il primo Natale nella città d’origine e sono felici: tutto come ai vecchi tempi, con in più un sacco di esperienze da raccontarsi e raccontare alle proprie famiglie. Sono cresciuti tanto, in pochi mesi: hanno iniziato a conoscere nuove persone, ma sono rimasti legatissimi.

Quando inizia il periodo degli esami, in effetti, sentono il vantaggio di avere una spalla, seppure distante. Filippo reagisce meglio: il suo corso di laurea è pieno di persone che vengono da tutta Italia e quindi anche in periodo di esami continua a frequentarli. Giovanni è solo e reagisce male: è la fine degli anni Novanta e Internet in Italia non è ancora granché, quindi può consolarsi solo chattando a più non posso.

Giovanni prova a coinvolgere Filippo nel gioco delle chat, senza troppi risultati: le connessioni costano e Giovanni può utilizzare a scrocco quella dell’Università, mentre Filippo ha qualche problema in più. Così incrociano entrambi le dita e aspettano che il freddo di febbraio e gli esami finiscano: con la primavera inizierà un nuovo periodo universitario e finalmente si potranno ricucire i fili interrotti prima di Natale.

Filippo ricomincia alla grande nonostante la sua fiamma torinese Patrizia sembra non volerne sapere di lui; Giovanni ci mette un po’ ad ingranare ma alla fine inizia a stringere rapporti con un po’ di gente simpatica: Caterina, Silvio, Federica, Elena, Erminia. Si trova bene soprattutto con quest’ultima: è una ragazza smart e sembra interessata a capire qualcosa di più del Web grazie a Giovanni, che non perde occasione per coinvolgerla.

Visto che Internet è piccola e la chat occupa grande parte del suo tempo, Giovanni invita Erminia ad iscriversi e a partecipare attivamente alla comunità. Nel frattempo, anche Filippo dimentica Patrizia e inizia a muovere i primi passi in Rete: Giovanni è contento, perché vede che i suoi amici “reali” diventano anche “virtuali”. Erminia lo è ancora di più: si dedica alla chat con ancora più foga di Giovanni, invitando la sua amica Zoe a iscriversi.

Mentre Giovanni inizia ad approfondire i rapporti offline con Elena, vede Erminia e Zoe che, imprevedibilmente, iniziano a parlare online con Filippo: grande sorpresa, vedere mondi così distanti che si incontrano virtualmente. Giovanni invece se ne distacca: vuole disintossicarsi e scopre la gioia di una storia d’amore con Elena. Erminia viene a scoprirlo e ci rimane male; Giovanni la tranquillizza: questo non influirà sui loro rapporti.

Nel frattempo, Filippo si fa sempre più avanti con Zoe: sebbene a distanza, il loro rapporto si intensifica sino a somigliare a quello che Giovanni ed Elena stanno vivendo a Bergamo. Il finale è inevitabile: Filippo e Zoe si conoscono dal vivo ed iniziano una storia d’amore. Erminia in questo gioco di coppie è rimasta sola e si consola in chat: conosce Ermenegildo, un anziano signore bergamasco sposato ed inizia a frequentarlo nonostante l’età.

Filippo, sebbene a distanza, è sempre più innamorato di Zoe. Giovanni, mano nella mano con Elena, scopre quanto è bello vivere una storia d’amore quotidiana sui banchi dell’Università. Gli dispiace solo di vedere Erminia alle prese con il dubbio Ermenegildo: quando viene a sapere che il tizio in questione intrallazza anche con altre, cerca di raccontarlo ad Ermina, ottenendo solo una reazione cattiva. Non vuole crederci.

I rapporti tra Giovanni ed Erminia peggiorano vistosamente: la bella amicizia di pochi mesi prima, diventa terreno di scontro. Erminia si considera felice a fare l’amante di Ermenegildo, Giovanni cerca, anche chiedendo aiuto a Filippo, di convincerla che merita di meglio. Lei non vuole saperne e racconta a Zoe che questa mancanza di tatto nel comunicarle i tradimenti di Ermenegildo non le è proprio andata giù.

I mesi passano e Filippo perde di vista Giovanni. Lo vede troppo legato ad Elena e si sente tradito: lo mette persino di fronte a una scelta, dicendogli «O me o lei!» e sentendosi rispondere da Giovanni che non sono rapporti paragonabili. Filippo lo ritiene distante e rinvia all’estate ogni discussione. Poi l’estate arriva ed è tutto come sempre: Filippo e Giovanni passano tanto tempo al telefono con Zoe ed Elena, ma anche insieme.

Giovanni però è in crisi con Elena: la storia precipita e lui si ritrova nuovamente solo in giro per Bergamo. Erminia è ormai una collega universitaria come tutti gli altri, ma per fortuna ci sono Caterina, Silvio e gli altri a dargli una mano. Stringe i denti e spera che arrivi presto un nuovo Natale: rincontrerà Filippo e potrà condividere con lui, come è sempre successo, i dolori del suo cuore spezzato.

Filippo nel frattempo decide di passare le vacanze di Natale in famiglia, ma portando con sé Zoe. Giovanni è piacevolmente sorpreso da questa idea ed è contento di vedere un pezzettino della sua vita bergamasca anche nel contesto in cui è cresciuto. Accetta volentieri l’invito a cena di Filippo e Zoe nella casa dei genitori di Filippo. La serata è molto piacevole: Filippo è un ottimo padrone di casa, Zoe è bella e sorridente.

Giovanni lascia i piccioncini al loro idillio e dedica un po’ di tempo al fratello di Filippo, vecchio sodale dei tempi del Liceo. Racconta un po’ della vita bergamasca e persino, rendendo anonimi i protagonisti storie buffe che riguardano sé stesso, Elena, Erminia, Zoe e Filippo. Zoe però intuisce il gioco e sembra non gradirlo molto: chiama a raccolta Filippo e gli comunica il suo dissenso. Giovanni capisce, imbarazzato, cambiando argomento.

La serata si chiude con Zoe che saluta con freddezza Giovanni e Filippo un po’ in difficoltà nel capire cos’è che ha turbato tanto la sua compagna: i due amici si conoscono da tempo e complicità ed ironia ci sono sempre state. Zoe è irremovibile: Filippo deve rompere i rapporti con Giovanni, che si è comportato male nei suoi confronti. Filippo abbozza e ci pensa: le vacanze di Natale è bello passarle in santa pace in famiglia… Poi si vedrà.

Giovanni prova a chiamare Filippo nei giorni successivi, ma il suo amico di sempre non si fa trovare a casa. La cosa è strana, ma Giovanni non ci pensa: sa che Filippo è felice con Zoe e va bene così… Passerà il Capodanno con la famiglia, prima del ritorno a Bergamo: in vista c’è un breve viaggio di studio a Londra ed è utile mettere da parte bagagli, idee e buoni propositi. Chissà che fine ha fatto Filippo… Poi si vedrà.

Passa l’Epifania e Filippo torna a Torino. Anche Giovanni rientra a Bergamo dopo la bella (ma estenuante) tre giorni a Londra. Filippo non sa di questo viaggio e chiama l’amico più e più volte sul telefono di casa bergamasco. Quando finalmente lo trova, sente un Giovanni distrutto, appena tornato dal viaggio. Filippo è freddo e arrabbiato: Giovanni è stordito dal freddo e dal lungo viaggio in treno (!) e non capisce il tono di Filippo.

L’amico da Torino incalza: «Giovanni, non mi piace come ti sei comportato quella sera a casa mia, Zoe si è risentita per le tue storie» e ancora «Non ti riconosco più, non capisco perché ultimamente ti comporti in maniera così strana». Giovanni non comprende la serietà della telefonata: chiede a Filippo di portare le scuse a Zoe anche se non capisce perché deve scusarsi, poi prova a raccontare della brutta botta ricevuta da Elena.

Filippo non è interessato ed è un fiume in piena… Giovanni sembra non voler capire e a Filippo non interessa che Giovanni cerchi comprensione per le sue delusioni amorose. La telefonata termina senza nessun appuntamento: Giovanni capisce che è successo qualcosa di grave ma non capisce cosa; Filippo non capisce perché Giovanni voglia ignorare la gravità dei suoi comportamenti negli ultimi mesi e cerchi di distoglierlo da Zoe.

Passa qualche altra settimana e i due amici non si sentono, non si vedono, non si scrivono. Fino ad un freddo pomeriggio di febbraio in cui Giovanni, che ormai lavora mentre segue i corsi universitari, si trova a Torino: non può scappargli l’occasione di incontrare Filippo come è sempre avvenuto. Filippo alza il telefono e risponde a monosillabi ai convenevoli ed alla richiesta di Giovanni di incontrarsi come sempre. Non ne ha voglia.

La telefonata termina e Filippo torna alle sue cose. Giovanni è sconvolto perché si rende conto che in quell’istante è finita un’amicizia decennale. Non capisce cos’è successo, non capisce il perché, non capisce cosa succederà. Torna al lavoro e prova a non pensarci: ci sono mesi difficili davanti e lui deve mettere sul mercato la sua idea imprenditoriale. Anche Filippo non vuole pensarci: deve laurearsi col massimo dei voti, al più presto.

Quando arriva l’estate, Filippo si guarda bene dal chiamare il fedifrago Giovanni. Giovanni aspetta inutilmente un qualsiasi segno di vita dell’amico di sempre, poi rinuncia e torna a Bergamo. Lo stesso per le vacanze natalizie e poi quelle estive… Le loro vite iniziano a scorrere parallele, distanti: fine dell’Università e lavori intensi per entrambi. Lavori diversi, ma accomunati dalla continua lontananza dal luogo d’origine.

Il ricordo di Zoe per Filippo è ormai lontano nel tempo; il ricordo di Elena per Giovanni brucia ancora, ma è tempo di nuove storie d’amore. Entrambi cambiano lavoro, cambiano fidanzate, cambiano città: vengono a sapere degli aggiornamenti sulle loro vite tramite le madri, che continuano ad incontrarsi casualmente. C’è tanto imbarazzo tra i relativi genitori, che non capiscono cosa sia successo tra i figli un tempo tanto legati.

Un bel giorno Filippo incappa nel blog di Giovanni e lascia un commento. Giovanni è incredulo, ha il cuore che batte a mille: sarà proprio lui, “quel” Filippo? Scopre che, per pura coincidenza, in quel periodo stanno lavorando con due aziende dello stesso Gruppo: iniziano a scambiarsi qualche e-mail, all’inizio con diffidenza, poi con cordialità. Niente di trascendentale: due – tre e-mail l’anno, su prospettive lavorative o di studio.

Siamo ai giorni nostri: i due amici non si vedono da quella sera di dicembre e non si sentono da quella telefonata finale, ma c’è stata qualche e-mail nel frattempo per tenerli in contatto. Filippo si è fidanzato ufficialmente con Myriam; Giovanni ha iniziato una bella storia d’amore con Alice. Filippo lavora all’Estero ed è innamoratissimo, Giovanni lavora in Italia ma è lontano da Alice, con cui rimane in contatto via e-mail e al telefono.

Un giorno Alice gli invia un’e-mail: si è iscritta ad un Gruppo su Facebook coordinato da Erminia. Giovanni sobbalza sulla sedia ed è incuriosito di come sia piccolo il mondo della Rete. Erminia ormai è diventata una Webdesigner e lui è contento di averla aiutata a muovere i primi passi nella Rete, dieci anni prima. Alice è incuriosita da questa storia e contatta Erminia, raccontandole di essere fidanzata col suo ex collega Giovanni.

Erminia ricorda bene Giovanni, pure troppo. Scrive ad Alice un’e-mail infuocata in cui le racconta che Giovanni è un personaggio meschino, di cui tutti hanno un pessimo ricordo. Non dice nulla di Filippo, ma lascia Alice in piena confusione: com’è possibile che il suo compagno sia un personaggio tanto turpe? Che finga così bene? Cosa ha combinato davvero in quei terribili anni dell’Università cui Erminia si riferisce?

La storia, a quanto ne so, si conclude con Giovanni che viene a sapere del giro di e-mail tra Alice ed Erminia e dei tentativi della prima bloccati dalla seconda di rimettere in contatto due vecchi colleghi universitari. Giovanni è turbato dalla vicenda: cos’è successo davvero otto anni prima? Perché quell’amicizia così intensa con Filippo è andata a farsi benedire? Qual è stato il ruolo di Erminia e Zoe? Cos’è successo davvero?

Giovanni Allevi al Teatro Arcimboldi di Milano

11 Luglio 2008

Come mi ha fatto giustamente notare Boh in commento al post precedente, avevo promesso ai lettori della Cuccia di raccontare le mie impressioni sul concerto di Giovanni Allevi seguito a Milano la scorsa settimana. Durante l’evento ho provato a raccogliere un po’ di impressioni ma mi sono ben guardato dallo scriverle immediatamente: sarebbero state comunque troppo “estreme”, nel bene e nel male. Ora i ricordi hanno iniziato a sedimentare e perciò li posso esprimere più serenamente: per farlo, li separo in categorie, in modo che il giudizio su uno degli aspetti non infici gli altri.

Il Teatro Arcimboldi

Cercando altro (alla faccia della serendipity), stamattina in treno ho trovato proprio un vecchio post su 02Blog.it che parla del Teatro Arcimboldi di Milano: visitatori, residenti e studenti universitari confrontano il loro giudizio e non sembrano emergere grossi pareri positivi. A me non è piaciuto molto: troppo impersonale. Unico aspetto positivo: l’essere di fronte alla Stazione ferroviaria di Milano Greco Pirelli, che diventa particolarmente utile come punto di snodo del Passante Ferroviario, ma anche come capolinea di coloro che, come me in quel frangente, arrivano da città vicine.

I tempi del concerto

Iniziare con mezz’ora di ritardo non è mai chic, anche e soprattutto quando in sala ci sono dei ragazzi giovani che, per vari motivi (orari dei mezzi pubblici, vincoli dei genitori e così via) devono andare via relativamente presto, ma anche degli adulti che il giorno dopo devono andare al lavoro; far aspettare un’ora i fan per gli autografi, invece, è un vezzo da diva dell’Ottocento. Il concerto in sé, al contrario, ha i tempi giusti: una prima parte, non troppo lunga, di piano solo, una seconda abbastanza corposa di sola orchestra, una terza mista per concludere il programma prima dei bis.

Il personaggio

Giovanni Allevi è ormai un nome conosciuto, anche se non tutti coloro che hanno ascoltato i suoi pezzi più celebri hanno idea di chi si celi davvero dietro questo nome. Altri, invece, lo conoscono più in quanto personaggio da Mai dire Martedì che in quanto musicista. I fan lo adorano proprio per il suo muoversi sul palco mentre racconta la sua vita, timoroso e gesticolante. Sul Web lo distruggono abitualmente a pié sospinto, citando brani del suo libro. All’uscita del concerto, TUTTI si pongono la stessa domanda: «Ma c’è o ci fa?» (senza risposta).

La musica

Tutto sommato piacevole, nel suo essere una sorta di colonna sonora da film senza immagini che scorrono dietro, con particolare cura per le tonalità più delicate. Tolta l’inascoltabile Jazzmatic e l’infinita 300 anelli, gli altri pezzi scorrono veloci e ben suonati dall’orchestra. Brilla in particolare Foglie di Beslan, che non a caso viene ripresa anche nel bis. Giovanni Allevi è bravo come compositore di un genere musicale relativamente nuovo, ma che pesca fortemente nella tradizione del Novecento: una specie di Ennio Morricone de noantri, più vicino ai giovani.

Le conclusioni 

Qualcuno nel pubblico si emoziona, altri ascoltano in maniera attenta, tutti battono le mani a più non posso e così sorge il dubbio che il pubblico di Allevi sia fatto da giovani ultrà (soprattutto di sesso femminile) che difendono il loro idolo a spada tratta piuttosto che da melomani interessati a cogliere la complessità delle spartiture. Giovanni Allevi appare sul palco come un Keith Jarrett che non improvvisa, come un Mozart del catasto: arriva, racconta la sua vita, si siede, esegue il suo dovere e passa ad incassare gli applausi. Molto metodico, si direbbe, più che melodico.

Il concerto, in ogni caso, merita un ascolto. Che siate amanti delle orchestre più tradizionali o abbiate apprezzato (come me) lo spot della BMW che aveva come colonna sonora (appunto) Come sei veramente, provate ad andare ad ascoltare Giovanni Allevi e la sua orchestra suonare l’ultimo album ed i pezzi più noti della carriera. Poi, forse, vi verrà voglia di chiedergli di smetterla di fare la star, citando lo spot che lo ha lanciato presso il grande pubblico…

«Sei raggiungibile ovunque. Sai sempre dove andare. Hai il totale controllo della tua vita. Ma sei ancora capace di perderti?»