Da New York a Sondrio
31 Maggio 2014Scrivo questo post al JFK Airport di New York. È stata una settimana intensa e i 109 km a piedi che segnala lo smartphone sono probabilmente solo uno degli indicatori. Avrò modo di parlare sui blog di quest’esperienza, che sicuramente mi ha lasciato tanti spunti su cui riflettere. Quello che voglio tracciare qui, in questo momento, sono più le sensazioni sul futuro prossimo.
Quando un anno fa parlavo dei viaggi che avrei fatto nei mesi successivi (Praga/Berlino con la famiglia, poi Delhi e quindi Bangalore con Eva, ora questo a Boston/New York da solo), dicevo della necessità di riannodare il filo perso negli ultimi 10 anni di vita, tutti dedicati al lavoro e sfortunati a livello di vita privata. Ora quel nastro, per quanto esile, ha ricominciato a scorrere.
Non che non abbia abbondantemente pensato al lavoro in questa settimana. Però è stato importante fare anche delle cose extra-lavorative, riuscendo a mantenere un po’ il contatto con famiglia ed Eva, prendendo decisioni che una volta tanto riguardavano solo me e non il mio team al lavoro o le persone cui voglio bene. Una piccola grande sfida quotidiana in giro per gli USA.
Il pensiero al lavoro di cui sopra era legato soprattutto al fatto che, per una di quelle strane coincidenze della vita del consulente, la prossima settimana partiranno formalmente due progetti potenzialmente lunghi. Il primo, basato su Milano, è in realtà già partito operativamente da qualche giorno e vola piuttosto alto; il secondo, più classico e basato su Sondrio, è tutto da costruire.
Non si tratta del Prospect visitato a Berbenno di Valtellina; anzi, quando sono andato lì pensavo fortemente a quest’altro progetto, la cui negoziazione durava già da mesi e si è conclusa ora con un compromesso “all’italiana”: siamo stati ingaggiati solo fino a fine ottobre, poi per i trimestri successivi (si potrebbe arrivare a fine 2015) si vedrà. Prendiamola come incentivo a fare bene da subito.
La fregatura, a livello personale, è che rispetto ai progetti a Bergamo, Reggio Emilia e Genova, la permanenza sarà in hotel e non in appartamento. Questo, unito all’altro progetto “milanese”, farà sì che in qualche modo almeno metà delle notti della settimana (realisticamente quelle del weekend e qualche altra in mezzo) saranno comunque da vivere a Milano, con mia estrema gioia.
Ma qui lo scenario si complica, perché c’è la variabile Eva che condizionerà sicuramente questi mesi estivi nell’immediato e poi ancora più il 2015. Per ora il primo snodo è il fatto che possa venire lei in Italia per un periodo lungo o che debba andare io in India, ovviamente per un periodo più breve: vediamo l’esito del visto Schengen. Volevo qualcosa cui pensare oltre il lavoro? Eccola.