Venti venti

29 Aprile 2004

Un vento è quello che mi accoglierà  quando uscirò da qui, tra 2 orette e mezzo…

Un altro vento è quello che ha tormentato me e Giuggiola la notte tra sabato e domenica, sigillando definitivamente il mio raffreddorone causato anche dalle sudate del giorno prima e del giorno dopo…

Un vento ancora più forte è quello di stanotte: spazzatura che volava per il cielo, un chiasso tale che né io né Alex siamo riusciti a dormire granché…

Un vento peggiore è quello di questo maledetto condizionatore: nella stanza in cui possiamo usare i notebook qualcuno è passato direttamente dal riscaldamento all’aria condizionata settata su 0°C, con evidenti implicazioni sulla nostra salute…

Potrei continuare cosà… Morale della storia: tutti ‘sti venti e venticelli mi hanno definitivamente abbattuto, causato mal di schiena e mal di collo e soprattutto hanno ulteriormente peggiorato raffreddore e mal di gola. E che cavolo.

Malattie di stagione

27 Aprile 2004

È bastato un week-end lungo (da giovedì!) di passeggiate al caldo della Promenade, intervallato da inquietanti temporaloni (cfr. sabato notte), per mettermi KO. Da sabato, ormai, tossisco e deglutisco muco (bleah ), nonostante i tentativi di sedare la malattia con il morniflumato o con l’acetilcisteina… In preda a ‘sto delirio farmacologico, mi viene da pensare a quanto era efficiente il TachifluDec, preso in acqua fredda (a Padova, visto che era appena uscito e nessuno aveva consigli migliori) o calda (a Torino, come consigliato da amiche in preda a pubblicitarite acuta). Con buona pace di Psiko, che a dicembre aveva ampiamente divagato sul tema…

Vabbé, tossiamo… Coff coff di qua, sniff sniff di là … La tetesca seduta al mio fianco fa l’indifferente ma secondo me sta pensando “Ma kuarta kuesto italiano ke mi fuole infettare koi suoi mikrobi”… Mica male come idea.

Qualcosa mi dice che il raffreddorone (qualcuno parla di influenza, ma dubito…) durerà  per moooolto tempo ancora. Potrei iniziare a vestirmi leggerissimo: mi ammalerei ancora di più per il freddo preso all’ombra. Potrei coprirmi ancora di pi: impossibile, sudo già  cosà, quando sto al sole.

Almeno, però, il riflesso del sole sul mare fa pensare che l’estate sia vicina.

Diplomi in corso

22 Aprile 2004

A quest’ora Giuggiola è sotto il torchio della commissione per la discussione della tesi finale dell’MBA. Chissà  come sta andando?

Io, invece, sopravvissuto alle 30 ore di Leadership più Management Communication con lo stesso docente inglese, da stamattina mi sto inoltrando in altre 30 ore con un bel ragazzone che, però, al fascino fisico unisce zero carisma da docente… Sarà  colpa, magari, dell’argomento: European Business Law… Qua ci vorrebbe Fulvia a farmi da consulente!

Finalmente un po’ di sole, a Nizza. Tornato il bel calduccio che, spero, stavolta duri. E con il caldo mi auguro che arrivi anche qualche idea su cosa farò da luglio in poi. Anche Jeanette sta finendo… Io, al contrario di Giuggiola, il diploma non lo vedo nemmeno col lanternino… Piuttosto, continuo a guardare il mare mentre sgranocchio “nuvolette di gambeli”, le chips che ieri sera ho comprato in quantità  industriale…

Pasta, OGM ed altri prodotti non proprio naturali

19 Aprile 2004

Qualcuno ricorderà  il tormentone pre – pasquale sugli OGM… Oggi scopro che su diversi siti italiani (ad esempio su Italia Salute) si parla della dichiarazione dell’ADUC sulle modifiche genetiche, ormai ventennali, fatte al grano duro con cui viene prodotta la tipica pasta di semola italiana.

Uhm… Non suona granché, la notizia. Il punto è: l’etichettatura europea è prevista per i cibi che contengono più dello 0.9% di OGM. Ma, mi domando, quanti cibi ingeriamo in cui la percentuale è magari solo di un filo minore oppure che derivano, come la pasta in oggetto, da modifiche create in laboratorio ormai decenni fa?

A volte vado nei supermercati / ipermercati francesi e trovo prezzi interessanti su alcuni alimentari. Torno a casa, ripenso ai prodotti che ho comprato e mi chiedo: se costano cosà poco (sebbene siano “di marca”), con cosa li avranno fatti? Perché avrebbero dovuto usare materie prime non geneticamente modificate? Figurarsi, non c’è differenza in termini di produttività  delle sementi…

Burocrati dei miei stivali

14 Aprile 2004

Bello questo ritorno in Francia: il festival della burocrazia! Riproduco un saggio dei dialoghi deliranti, per lo più tenuti in francese…

  1. Ieri mattina, stazione di Ventimiglia
    Io: “Salve, devo fare un biglietto Vintimille – Nice Ville, ho 25 anni e quindi vorrei fare un biglietto a prezzo promozionale”
    Bigliettaio SNCF: “Ehhhh, ma vale solo in alcuni giorni”
    Io: “Sì, solo nei feriali”
    Bigliettaio SNCF: “No, no, solo in alcune fasce orarie di alcuni giorni, ma non ricordo quali”
    Io: “Dove posso verificare? Sono segnalati sui cartelloni?”
    Bigliettaio SNCF: “No, non c’è scritto da nessuna parte”
  2. Ieri sera, all’Edhec
    Io: “Salve!”
    Custode ciccione dell’Edhec: “Dove va?”
    Io: “Sopra, perché?”
    Custode ciccione dell’Edhec: “Mi faccia vedere la carta studente”
    Io: “Ehhhh, veramente ho solo questo abbonamento dell’autobus!”
    Custode ciccione dell’Edhec: “Non posso farla salire”
    Io: “Ma come, son tutte le sere qui sino a quando chiude l’Edhec, firmo il registro come ho fatto quel sabato?”
    Custode ciccione dell’Edhec: “Senza documento non si sale”
    Io: “Ma son sempre quello di prima delle vacanze, lo studente del MEB, etc.”
    Custode ciccione dell’Edhec: “Mi dispiace, deve andarsene”
  3. Stamattina, ufficio SunBus
    Io: “Salve, dovrei rinnovare l’abbonamento dell’autobus”
    Sportellista: “Quanti viaggi?”
    Io: “Beh, starò qui meno di 3 mesi, stavo pensando…”
    Sportellista: “Faccia un abbonamento per 200 viaggi, le durerà  sino a metà  luglio”
    Io: “L’ho già  fatto a gennaio e ne avrò consumato sì e no 130 in 3 mesi!”
    Sportellista: “Allora faccia un abbonamento mensile da 70 viaggi”
    Io penso: “Ma costa quasi la metà  di quello trimestrale da 200 viaggi!”
    Io: “Non ci sono vie di mezzo?”
    Sportellista: “Le ho fatto quello da 70 viaggi, sono 27.44 Euro”
    Io: “Ah… OK, ho 27.43 Euro, altrimenti ho 50 Euro”
    Sportellista (arrabbiata): “Dia qua i 50!”
  4. Stamattina, filiale della Banca Regionale Europea
    Io: “Salve, dovrei fare un prelievo!”
    Bancario: “Uhm…”
    Io: “Queste sono le coordina…”
    Bancario: “No, no, non è possibile!”
    Io: “Perché?”
    Bancario: “Sono le 8 e 25, la banca apre alle 8 e 35”
    Io penso: “Ma perché mi hanno fatto entrare prima, allora?”
    Io: “Ah! Devo aspettare, allora…”
    Bancario: “Sì, dalle 9 in poi”
    Io: “Ma come? Alle 9 e mezzo devo essere a scuola dall’altra parte della città !”
    Bancario: “La cassaforte apre alle 9”
    Io: “Ma subito prima di Pasqua ho prelevato alle 8 e 40!”
    Bancario: “Prima di Pasqua era prima di Pasqua, ora la cassaforte apre alle 9”
  5. Stamattina, all’arrivo all’Edhec
    Io penso: “Non trovo da nessuna parte gli orari… Vediamo se ce li hanno lasciati nella cassettina”
    Trovo una lettera firmata dal professore di francese del primo semestre il cui succo è: “Studenti del Meb, vi decidete ad inviarmi il report scritto in seguito all’esame? Fatelo entro mezzogiorno del 9 aprile, o vi metto Zero”
    Io penso: “Ma non eravamo rimasti che ci vedevamo con calma dopo Pasqua, visto che la cassetta malefica relativa al dialogo l’avranno avuta 2 persone su 15?”
  6. Stamattina, durante la lezione di Leadership
    Professore inglese: “Ah! Il vostro gruppo è in ritardo di 4 minuti! Pessimo segno… Blah blah…”
    Noi: “Ma gli altri gruppi non sono nemmeno arrivati!”
    Professore inglese: “Non guardate gli altri… Siete in ritardo di 4 minuti e quindi non potete lamentarvi! Vi avevo dato ben 10 minuti… Blah Blah”

Ovviamente non è ancora finita qui… La lezione col simpaticone continuerà  ad oltranza tra oggi e venerdì, per 15 ore complessive. Il professore di francese non la finirà  con questa stupida storia… E se becco di nuovo il vigilante ciccione (che aveva già  fatto delle storie all’arrivo di Giuggiola qualche settimana fa), chissà  che si inventerà  stavolta…

E io mi lamentavo della vita sonnolenta in Calabria?