La radio di ex-xxcz

25 Giugno 2006

Tra i tanti chiodi fissi dei blogger di tutto il mondo, l’apertura di una “radio” online è un passaggio quasi obbligato: decisamente meno impegnativa e rischiosa di un podcast, che comunque prevede un’assunzione di responsabilità  nei contenuti (SIAE compresa), l’apertura di un proprio canale musicale è in realtà un esercizio di condivisione dei propri interessi, che regala la possibilità  di conoscere continuamente nuove realtà musicali.

Gli ascoltatori delle radio di Yahoo! Music, infatti, sono per la maggior parte del tempo i creatori stessi, che vengono invitati a votare ogni brano trasmesso in base ai propri gusti musicali, il suo artista e l’album che lo contiene. Accanto al set di artisti e di generi impostabili ab initio, progressivamente il sito propone nuove canzoni di nuovi artisti di nuovi generi, il tutto utilizzando le scelte già impostate come base di partenza. Di analogia in analogia, cresce la serendipity e viene voglia di andare a votare i propri classici personali, per ritrovarseli in una delle successive aperture della radio.

Così, tanto per adeguarmi alla moda, anch’io ho aperto una radio sull’ex LaunchCast, oggi appunto Yahoo! Music, ora anche in versione italiana. Il genere è quantomeno eterogeneo: dal trip hop al punk, dalla drum’n’bass all’hip hop, la radiolina avviata un paio di giorni fa sta piano piano abituandosi ai miei gusti, anche se come prevedibile ogni tanto spunta ancora fuori qualche canzone improbabile con la giustificazione “Questa canzone rientra nei tuoi generi preferiti”: peccato che non venga segnalato il presunto genere amato.

In generale, comunque, rispetto a pochi mesi fa la piattaforma è migliorata molto negli ultimi mesi: forse un giorno qualcuno di Yahoo! riuscirà  anche a spiegarci perché i Gipsy Kings vengono considerati artisti simili a Fat Boy Slim. Il sito fa un ampio uso di Flash e ovviamente il download di musica e videoclip (i quali possono anche guardarsi on demand oltre che votare per costruire anche in questo caso un flusso personalizzato) sconsigliano l’utilizzo alle connessioni deboli. In ogni caso, mi farà  piacere una vostra visita e soprattutto un commento alla musica che passa: naturalmente, le segnalazioni di brani, artisti, album e generi che meritano 4 stelle sono più che gradite. :-)

Le pazze piazze di Torino

19 Giugno 2006

Libertà , solidarietà , identità , autonomia di pensiero le parole chiave. Antifascista, laico, ecologista gli aggettivi con cui il corteo si auto-definisce. Se non ci fosse qualche bandiera dell’ArciGay in mezzo a quelle dei sindacati, di Rifondazione Comunista, della Rosa nel Pugno, della Sinistra Giovanile e dei Democratici di Sinistra, persino del Movimento No Tav, si direbbe una manifestazione in piena regola contro il Governo in carica. Peccato che il Governo in questione è di centro-sinistra (per lo meno fa finta di esserlo sulla carta) e che il corteo in questione sia quello di Torino Pride.

La grande manifestazione del mondo GLBT di sabato è stata piacevole, seria e sentita: gay, lesbiche, bisex e transgender erano accompagnati da migliaia di persone solidali con le loro richieste: parità  di diritti con le coppie eterosessuali, maggiore autonomia dello Stato rispetto al Vaticano, politiche sociali veramente di sinistra. Tanti i gay, una presenza lesbica forse un po’ sottorappresentata, qualche drag queen e quasi nessun transessuale. Alcuni camion seri, altri un po’ più ironici, ma nulla da spartire con i “carri allegorici” (?) di cui parlano i media.

Nel pubblico che accompagnava la manifestazione, qualche omosessuale sorridente, qualche trans di passaggio, molte persone solidali e qualche stupido commento qualunquista: Torino ha risposto bene alle proposte del mondo “diverso” che però, a ben guardare, proponeva temi ben più “normali” di quanto si poteva immaginare sulla carta. Nulla di trascendentale, ma colpiva soprattuto l’astio verso la Chiesa: se il Vaticano segue la linea dura, il movimento GLBT risponde per le rime. Alla fine del lungo percorso, tanto entusiasmo in Piazza Vittorio Veneto, gremita dalle decine di migliaia di persone interessate: molti colori, molti suoni.

Bella, la Torino capitale della civiltà  e del dialogo. Un po’ troppo confusionaria, forse, a causa di Raduno Europeo Vespa Piaggio, Torino Pride e partita della Nazionale che si mischiano in flussi di persone che, a metà  serata, si muovono tra Piazza Vittorio Veneto (in cui canta Antonella Ruggero), Piazza Castello (in cui Marco Berry lancia bandane alla quindicina di vespisti presenti) e Piazza San Carlo (dove qualche migliaio di persone soffre a vedere una partita di calcio orripilante).

Viene sempre voglia di tornarci, a Torino: tanta nostalgia per i tempi dell’MBA, probabilmente tra i più belli degli ultimi anni. Tornano alla mente le passioni di allora e le si rivede nelle facce delle tante persone che camminano per le vie del Centro, sfrecciano in Vespa, danzano sui carri. Quell’MBA mi ha cambiato la vita e non potrò che essere sempre riconoscente a chi mi ha permesso di frequentarlo, viverlo, ricordarlo. Ho lasciato un po’ di cuore in quella città  e sarebbe bello tornarci per lavoro: altro che la fredda ed irriconoscente Milano. Altre due settimane di lavoro a Bergamo e poi la roulette girerà  di nuovo: chissà  dove finirò, chissà  che il 2006 non possa ritornarmi un piccolo grande ritorno a Torino.

Dove vanno i soldi delle mie tasse?

14 Giugno 2006

L’anno scorso, l’incidenza delle tasse sul totale dei soldini ricevuti per il mio lavoro è stato del 33,28%. Quest’anno, se trovo nuovi progetti oltre a quello che finisce il 30 giugno e non rimango disoccupato, dovremmo confermare il 37,61% visto in questo primo semestre. Da notare che la percentuale dell’anno scorso comprendeva anche parte dell’IVA, ma non i contributi. Su quella di quest’anno invece pesano i mini-contributi per i lavoratori a progetto.

Morale della favola, il 20 giugno dovrò saldare IRAP, IRE e addizionali comunali e regionali relative al 2005, in seguito mi aspetterà  un’ulteriore botta per i contributi. Sono tante migliaia di Euro che partono dal mio conto corrente e svaniscono nel nulla: chissà  cosa succederà  ai soldini guadagnati lavorando tante ore al giorno, tutti i giorni (l’anno scorso il mio unico giorno di pausa è stato il 7 gennaio 2005).

Non ho assistenza medica: quando ho provato a chiederla a Roma come fuori sede, mi han detto che essendo un lavoratore autonomo, non ne avevo diritto. Ogni volta che ho bisogno di un medico, devo così andare al pronto soccorso della città  in cui mi trovo: se l’emergenza è bassa (grazie a Dio), sono tante decine di Euro che se ne vanno. Non avendo nessun tipo di esenzione, per ogni visita specialistica pubblica sono molti di più (indimenticabili le centinaia di Euro per la buona causa dei calcoli, tutt’ora non risolta).

Non vado a scuola, né ci vanno i miei familiari: mia sorella, pur di ottenere un minimo di borsa di studio per un corso post – laurea, è dovuta andare a sue spese in Francia. Quando ho fatto un Master in un’Università  pubblica italiana, ho pagato diverse decine di milioni (di lire), che sono andate ad aggiungersi a quelle spese per l’Università  (mai avuta una borsa di studio).

Non guardo né posseggo la TV, non utilizzo né posseggo l’auto. Quindi, i soldi spesi per pagare le soubrette della Rai o mantenere le superstrade, vanno a beneficio di terzi. Come già  accennato, i miei contributi da contratto a progetto sono risibili e di fatto servono a pagare la pensione agli attuali anziani più che ad assicurarmi una vaga pensione tra qualche decina di anni.

Faccio un uso consistente di mezzi pubblici locali e di treni Trenitalia, che pago profumatamente e senza sconti particolari. Sono un amante della natura, quindi mi aspetterei che i miei soldi venissero investiti in tal senso: al contrario, lo Stato aspetta che i malfattori danneggino l’ambiente (costruzioni edilizie, inquinamento industriale, etc.) al fine di condonare queste azioni e ricavarne ulteriori introiti.

Sono contento che i miei soldi contribuiscano alla realizzazione di iniziative culturali, anche se purtroppo a causa del poco tempo libero non riesco a usufruirne. Trovo giusto che vadano a sostenere l’assistenza sociale ai disagiati (ad esempio il famoso 8 per mille), ma non che finiscano a sostenere la natalità  o l’iscrizione all’asilo nido con assegni e assegnucci.

Se un terzo dei soldi che la mia vita vale vanno allo Stato, vorrei avere un’idea più chiara di cosa lo Stato faccia per me e per la mia famiglia. Forse vivrò una vita fuori dagli schemi più comuni, ma non vedo da nessuna parte la mano dello Stato: tranne, forse, nella manutenzione del marciapiedi che faccio tra Banca ed Hotel ogni giorno. Sono 100 metri all’andata e 100 al ritorno: un po’ costosi, direi.