Una casa (o quasi) a Milano
31 Gennaio 2011Sono ormai parecchi mesi (semestri, direi) che da queste parti parlo di case a Milano. Ho accennato alla ricerca infinita, prima di una casa “seria” e poi di un “appoggio”, ma anche alle esperienze col Notaio prima e con l’Ikea poi. Ci sono voluti mesi e finalmente ho messo a posto anche gli ultimi aspetti burocratici per poterla considerare abitabile: dichiarazione Tarsu e attacco delle utenze.
Su quest’ultimo punto avrei da ridire: sottoscrivere dei banali contratti di elettricità/gas a Milano non è così semplice, mi domando come facciano le persone che non hanno grande dimestichezza con la lingua italiana. Senza contare che ho dovuto attendere due ore e mezzo al freddo davanti al portone che i due addetti delle società incaricate venissero a sbloccare i contatori, ma lasciamo stare.
Non che sia ancora del tutto finito, ma almeno il mio buchino in zona Loreto/Lambrate ora può accogliermi per qualche notte a settimana. Per quanto possibile, avendo ancora il bilocale a Reggio Emilia affittato per un po’ di mesi, preferisco stare il più possibile lì: è più grande, comodo e accogliente. Il lavoro però mi sta portando sempre più a Milano e in qualche modo cerco di adeguarmi.
Nelle prossime settimane sarà necessario portare avanti la finalizzazione del tutto, ma ci sarà occasione di sperimentare com’è vivere in un micro-appartamento a Milano. Per un semi-zingaro come me è già un evento avere una casa come punto di riferimento, figurarsi possederla. Diciamo che capirò se il concetto di pied-à-terre sia funzionale ai miei scopi. A una casa “vera” penserò più in là.