L’altra sera, durante la semifinale degli Europei di calcio 2012 in cui Italia e Germania se le davano di santa ragione, ero a cena con i colleghi più giovani del mio team genovese e uno special guest, un bancario che voleva vedere la partita in compagnia. Il locale era il Bicu, famoso a Genova più per la sua birra che per pizze e piatti caldi, pur di qualità decente.

Non ero mai stato in un posto simile durante un evento sportivo così sentito. Giusto qualche mese fa ero dietro una colonna in una pizzeria durante Barcellona-Milan (o whatever, non sono molto sul pezzo), ma niente di così travolgente come ciò che ho visto l’altra sera. È stata una bella sensazione, vedere i miei compagni di viaggio così di buon umore.

C’era bisogno di questa piccola dose di ottimismo e di quella arrivata poche ore dopo da Bruxelles, con i politici europei una volta tanto abbastanza allineati (tedeschi esclusi, sembrerebbe) nel voler tenere salde le redini dei singoli Paesi per sperare un giorno in un’Europa abbastanza solida da non farci più vivere i drammi del 2011 e il cattivo umore di oggi.

Tutti gli Italiani fanno il tifo per la propria nazionale domani, giorno della finale; immagino ci saranno nuove ondate di tifo nelle Olimpiadi estive, ormai prossime. Sì, forse siamo a livello panem et circenses, ma l’entusiasmo di tutti noi è talmente sotto i piedi che ormai si riesce a fare il tifo persino rispetto a un vertice politico e a esultare per il suo risultato.



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