Lo stress da viaggio di lavoro è un fenomeno talmente diffuso che ogni tanto vengono pubblicati articoli scientifici in cui comunque è evidente il fatto che “business travel”, a livello internazionale, è una locuzione riservata soprattutto a viaggi che definirei “in grande stile”; i fattori di stress rilevati sono pertanto del tipo “oh cavolo ho un albergo con una stella in meno” oppure “uff che noia le coincidenze invece dei voli diretti”.

Nel mio piccolo mondo, invece, i viaggi di lavoro sono per la maggior parte fantozziane trasferte in giro per il Nord Italia. Settimana scorsa ad esempio in 24 ore ho fatto Sondrio-Milano-Torino-Milano-Sondrio con 4 treni regionali; quella precedente sono riuscito a evitare l’ennesima trasferta a Montebelluna in auto (8-9 ore in auto tra andata e ritorno); nell’ultimo trimestre un solo viaggio A/R in aereo “professionale”, a Roma.

A me piace viaggiare e ho già scritto qui sulla Cuccia che in fin dei conti è uno degli aspetti migliori del mio lavoro: mi affloscerei definitivamente con un lavoro troppo stanziale. Il punto debole è che però io sarei anche disposto a queste maratone assurde per (tentare di) raccattare qualche nuovo cliente, ma dall’altro lato vorrei anche fare qualche viaggio-vacanza dove voglio io, quando voglio io, con chi voglio io.

Ripenso a quel giorno a Genova in cui avevo prenotato i due viaggi in India e Stati Uniti del 2014: vorrei poter fare altrettanto. E invece sono al lavoro per tutta l’estate, con 5 giorni formali di vacanza frammentati (ma poi passati al telefono o al PC per lavoro) e qualsiasi opzione India-related bloccata dalla burocrazia. Dicono che le vacanze servano per riposarsi: a me piacerebbe massacrarmi di viaggi, di piacere però.

Nel frattempo riprendo l’attività di lurking di cui parlavo a gennaio, proprio nei giorni in cui la maratona agostana a Sondrio servirà per chiudere prima la collaborazione. Il che vorrà dire qualche settimana ancora più intensa di viaggi su e giù verso Sondrio, poi potenzialmente diventare stanziale a Milano: direi la mazzata definitiva per il mio umore. Come rimpiango i tempi di Bergamo, ma anche di Reggio Emilia e Genova.



Leave a Comment