A volte ci si sente geek…
27 Maggio 2005Non ti piace, il fatto che la gente ti percepisca come uno geek (anzi, uno g33k), come il ragazzo un po’ asociale bravo a macinare informazioni sul suo PC, col cuore d’oro e senza successo con le donne. Sempre meglio che essere nerd, quelli che di fatto nel mondo lavorativo rischiano di diventare gli operai del futuro: li osservi, con le loro felpe sdrucite e lo sguardo perso nelle linee di codice, pensando per un attimo probabilmente che la gente fa fatica a distinguerti da loro, viste alcune competenze per cui vieni chiamato a lavorare. O forse sì, c’è qualcosa di diverso: tu farai parte degli impiegati, del futuro.
Il fatto che ti paghino per essere geek, d’altronde, non aiuta: è vero che il mondo ti incuriosisce, è vero che senza la Rete non vivi e che in Dilbert ti ci rivedi a volte più di quanto sia lecito, ma sarebbe bello anche farsi una vita off line. Peccato che non capisci quando, visto che sei in ufficio dall’alba al tramonto (anzi, molto dopo) e la metropolitana alle 10 di sera la prendi per tornare a casa in giacca e cravatta, non per uscire a divertirti con gli amici (quali?). In confronto, quando riesci a ritagliarti 5 minuti per rilassarti in Rete ti senti molto più sollevato di quanto possono esserlo altri meno avvezzi al mezzo.
Idealizzi Neo, l’eroe di Matrix, perché alla fine anche lui è un geek e non un nerd: te ne accorgi proprio dal fatto che, come te, deve indossare la cravatta e le camicie e le giacche etcetera ed una volta tornato a casa si inventa una vita parallela che lo rende l’idolo delle cyberfolle. Ma tu non puoi nemmeno creartela, la vita parallela, visto che stramazzi al suolo stremato, un istante e mezzo dopo aver varcato la soglia di casa.
Per tirarti su di morale, leggi cosa dicono le ragazze di quelli come te: che sono utili e (sotto alcuni punti, in ordine sparso), più interessanti di quelli tutto muscoli. Si sa che le ragazze cercano quelli intelligenti, no? Poi ti domandi in cosa consisterebbe la tua intelligenza, visto la vita che fai. Cosa diavolo te ne farai, dei soldi che ti danno in quantità probabilmente superiore a quella di cui hai bisogno, solo per tranquillizzarti che non stai spendendo la vita per i tuoi clienti in misura nettamente superiore a quella che avresti voluto riservarti per essere felice?