Entusiasmo in mezzo alla crisi

30 Giugno 2012

L’altra sera, durante la semifinale degli Europei di calcio 2012 in cui Italia e Germania se le davano di santa ragione, ero a cena con i colleghi più giovani del mio team genovese e uno special guest, un bancario che voleva vedere la partita in compagnia. Il locale era il Bicu, famoso a Genova più per la sua birra che per pizze e piatti caldi, pur di qualità decente.

Non ero mai stato in un posto simile durante un evento sportivo così sentito. Giusto qualche mese fa ero dietro una colonna in una pizzeria durante Barcellona-Milan (o whatever, non sono molto sul pezzo), ma niente di così travolgente come ciò che ho visto l’altra sera. È stata una bella sensazione, vedere i miei compagni di viaggio così di buon umore.

C’era bisogno di questa piccola dose di ottimismo e di quella arrivata poche ore dopo da Bruxelles, con i politici europei una volta tanto abbastanza allineati (tedeschi esclusi, sembrerebbe) nel voler tenere salde le redini dei singoli Paesi per sperare un giorno in un’Europa abbastanza solida da non farci più vivere i drammi del 2011 e il cattivo umore di oggi.

Tutti gli Italiani fanno il tifo per la propria nazionale domani, giorno della finale; immagino ci saranno nuove ondate di tifo nelle Olimpiadi estive, ormai prossime. Sì, forse siamo a livello panem et circenses, ma l’entusiasmo di tutti noi è talmente sotto i piedi che ormai si riesce a fare il tifo persino rispetto a un vertice politico e a esultare per il suo risultato.

Acquario di Genova

16 Giugno 2012

Io e il resto della famiglia siamo tornati all’Acquario di Genova vent’anni dopo la visita precedente. Sorvolando su quanto faccia impressione pensare a com’eravamo allora, è stato strano tornare in quello che era uno degli acquari più grandi del mondo. Oggi, nonostante sia stato ampliato più volte, è stato superato in Europa dal tanto discusso acquario di Valencia e dagli spazi mostruosi di stampo americano. Qui lo stile è a suo modo italiano.

La dimensione comunque fa sempre impressione: entri sorridendo leggendo i cartelli che prospettano almeno 2 ore di visita e 2 ore e mezzo dopo ti rendi conto di aver visto giusto il percorso base, senza le attività opzionali, pensate probabilmente soprattutto per i bambini, che vengono proposte di continuo in un colossale sforzo di cross-selling che raramente si riscontra nelle strutture pubbliche. Forse perché l’Acquario non è pubblico.

La struttura è infatti gestita da Costa Edutainment, che a Genova controlla anche altre attrazioni nell’area come il Bigo o Galata Museo del Mare. Anche quest’ultimo è sembrato molto interessante, perché miscela esposizioni classiche e inserti multimediali spaziando su tematiche molto ampie. Gli altri spazi del Porto Antico come la Biosfera o la Città dei bambini e dei ragazzi non li abbiamo visitati, prediligendo lunghe passeggiate in città.

Che siate una famiglia con bimbi piccoli o un gruppo di amici nemmeno tanto giovani, fate un salto all’Acquario di Genova, perché è un’esperienza interessante. Certo potreste obiettare che questo tipo di intrattenimento non è poi così diverso da quello degli zoo, visto che comunque si tratta di animali in cattività; eppure la cura nell’aver ricreato ambienti naturali adeguati spero possa alleviare la difficoltà di pesci e mammiferi di vivere nella vasche.

C’è solo una cosa che troverete disdicevole: quando meno ve l’aspettate, potreste venir trattati malissimo dallo staff. Non che la cattiva usanza sia propria solo degli operatori dell’Acquario: per quanto trovi simpatici i professionisti genovesi con cui lavoro, più di una volta ho trovato da ridire sull’atteggiamento del personale di servizio. Talvolta mi sembra di essere tornato in India ed è un peccato, per una città che potrebbe vivere di turismo.