Mal di denti

30 Novembre 2015

Le prime volte è successo a Sondrio: ricordo un pomeriggio al lavoro con un improvviso dolore fortissimo all’orecchio sinistro e una salvifica visita in farmacia. Da lì a qualche giorno ho iniziato a realizzare che in realtà il fastidio fosse a metà tra orecchio e denti in fondo: non è stato difficile intuire si trattasse del dente del giudizio inferiore sinistro.

Successivamente, a cavallo dell’estate e dell’autunno, ho avuto un po’ di momenti di crisi, ad esempio nel weekend del matrimonio di mia sorella o in quello coi miei all’Expo: il che mi ha fatto sospettare che ci sia una relazione tra il mal di denti e lo stare fuori ma anche col tanto cibo, che sono un po’ le due cose più frequenti quando siamo insieme.

Purtroppo è successo anche più recentemente, rovinando qualche notte di troppo: così oggi pomeriggio sono andato dal dentista. Al di là della classica pulizia semestrale, è stata una visita utile per capire lo stato dell’arte: come previsto il dente del giudizio inferiore sinistro (il famigerato 38) è stortissimo, quello destro è sulla cattiva strada.

Almeno l’indicazione è stata chiara e utile. Nelle due visite precedenti (in altri studi) nel primo caso tutta l’attenzione era andata verso un’otturazione in amalgama da togliere (cosa che oggi pomeriggio è stata etichettata come deferibile), nel secondo mi era stato fatto un preventivo per un curettage, che è sempre utile ma risolve poco il problema.

Sembra dunque evidente che a questo punto io debba trovare il coraggio per affrontare l’intervento, come minimo sui due denti inferiori, ma anche il tempo per farlo. Un’altra cosa che si aggiunge alla lunga lista di “must do” che dovrò affrontare di petto da qui a un anno. Almeno in questo caso mi auguro valga il detto “via il dente, via il dolore”.

Un 2016 in Veneto?

16 Novembre 2015

Nelle ultime settimane, mentre si dipanava lentamente il progettino che sto seguendo a Milano una volta finita la lunga parentesi di Sondrio, una delle mie principali attività è stata la preparazione di un progetto a Torino, dallo stesso cliente seguito a inizio 2014. La cosa non mi ha particolarmente eccitato visto il tema, ma volete mettere tornare a Torino, magari per un po’ di mesi?

Poi all’improvviso è montata come la panna un’occasione del tutto inaspettata: un programma piuttosto complesso, potenzialmente pluriennale, da seguire in Veneto. La cosa è abbastanza sorprendente perché mai avrei creduto di tornare a lavorare laggiù: come molte aree di Italia è bello viverci, ma il lavoro latita. In fin dei conti i miei colleghi d’università rimasti a Padova e dintorni son pochi.

Pare che il meeting di presentazione al Cliente prossima settimana possa svolgersi a Venezia; la cosa suona ancora più strana, visto che al massimo qualche collega aveva lavorato a Verona, ma difficilmente eravamo riusciti a lavorare tra Treviso, Padova e Venezia nonostante i molti tentativi. Spero sarà l’occasione di reincontrare la mia sorellina, proprio là dove l’ho lasciata nei giorni del matrimonio.

Mi lascio un po’ andare nel fantasticare qualche mese nella provincia veneta, magari con Eva. Sarebbe un mo(n)do un po’ diverso per accoglierla in Italia, rispetto a un impatto potenzialmente devastante con Milano e zone limitrofe. Dopo di che questo non risolve il mio problema logistico strutturale: prima o poi dovrò decidere dove andrò a vivere. Anzi, a questo punto, direi dove andremo a vivere.