Sono uno sfollato

30 Settembre 2002

La situazione non è delle migliori: l’arpia si e’ lavata le mani della mia situazione di sfollato e non ho potuto parlare con Luigi e Sauro, impegnati per l’ultima parte della visita dei controllori.

Di fatto dopo la gentile concessione di Banu e marito (o quello che è) di farmi stare anche stanotte nella Guest House (“perché tanto la tipa arriva stasera a Madras, ma sicuramente arriverà  qui domattina”: ti voglio se arriva stanotte ), da domani mattina voglio vedere dove vado…

Speriamo che l’ingombrante valigiona che porterò in ufficio domani mattina serva come reminder. L’unico modo di attirare l’attenzione mi sa che e’ dare spettacolo… Ovviamente Karen e’ l’unica che ha capito a fondo la mia situazione, ed alle ennesime lamentele dell’arpia abbiamo constatato che non sta molto simpatica a nessuno dei 2. Nel mio caso, tipicamente, la situazione assume toni sempre molto chiari: “amo” Karen, “odio” l’arpia. Nessuna via di mezzo: le persone con cui si può parlare si riconoscono a priori. Quelle odiose altrettanto.

Ieri sera ho fatto una triplice scoperta: volevo vedere se l’esausto cellulare spento ormai dieci giorni fa poteva farmi da sveglia almeno per stamattina… Niente da fare, completamente scarico, ma… C’era una rete GSM! Cosà mi sono guardato intorno pensando “Possibile che nessuna presa sia buona per il caricatore?”… Istintivamente l’ho inserito in una presa mai utilizzata, quella all’entrata: ci stava, anche se largo! Ma la corrente, evidentemente, non passava… Cosà ho fatto la terza scoperta, sempre per caso: basta schiacciare il pulsante accanto, quello che accende la lucina misteriosa che mi son sempre chiesto a cosa servisse… Riassunto della storiella: stasera proverò ad utilizzare il portatile da quella presa, così mi potrò risparmiare la solita ramanzina mattutina sul cavo rubato domattina.

Ho parlottato un po’ con Supriya: arriviamo a punti di demenzialità  cupa quando lei mi dice cose tipo “OK non ho capito nulla di quello che hai detto, ma penso vada tutto bene”, ed ovviamente vorrei rispondere “Altrettanto”… Ovviamente ciò succede quando mi avventuro in spiegazioni un filo tecniche, che tra l’altro dovrebbe essere il campo in cui il mio inglese è più decente.

Alla fine di una mega lavorata (erano mesi che non tenevo questi ritmi) e più o meno in una settimana, ho finito di sviluppare la “solita” applicazione. Lo so che non vi dirà  molto, ma sono meravigliato di essere riuscito a fare qualcosa di simile, anche perché non sono affatto un programmatore…

Inizio ad augurarvi buona serata, perché tra poco sicuramente Supriya si stuferà  ed andremo a casa… Sempre che nel frattempo non mi abbiano già  sbattuto fuori in contumacia…

Ci vediamo tra 45 – 50 anni

30 Settembre 2002

Scritto il 29 settembre, sera

Ieri sera non ho scritto nulla qui: magari chi legge nemmeno nota la scansione temporale di queste note, ma per me è stata la prima sera senza scrivere nulla. Il motivo è presto detto: ho pensato al contenuto di quanto scritto sino ad ora…

Non posso leggerlo, perché è on line e ovviamente non posso accedervi. Ma mi è bastato ripensare ad alcuni passaggi (e ad altri pensieri che vi ho fortunatamente risparmiato) per rendermi conto che alla fine ho dimostrato una tonnellata di provincialismo… Come diceva “il cugino Alvise” al tipo italiano quass: “Revisionista, scontato, irriconoscibile. Cosa ti succede?”… Insomma: ho fatto la fine del tizio, ma anche di tutti gli italiani che vanno in giro per il mondo… Ignoranti in fatto di lingue, egocentrici, Italocentrici, siamo così immediatamente riconoscibili che le truffe subite di cui tanto ci lamentiamo alla fine quasi ce le meritiamo. Beppe Sevegnini è diventato miliardario con la fortunata serie “Italians“…

Cosà ieri sera vi ho risparmiato il “grande” evento di non aver preso il riso bianco preferendogli un bel po’ di quello giallo salvo poi lamentarmi con me stesso che gli arachidi, al terzo giorno, erano acidi; non vi ho parlato di Supriya che ha acceso il mio notebook scoprendo sul desktop le 2 sue foto ed il documento di Russo, iniziando a leggerlo ad alta voce… Non ho appuntato la mia tristezza per non vedere da qualche giorno Karen, che a quest’ora è in giro per il Tamil Nadu. E così via… D’altra parte, ve ne sarebbe fregato qualcosa?

Di fatto oggi ho solo dormito, anche dopo aver recuperato i panni e fatto colazione all’alba. Nel tardo pomeriggio ho fatto un giro al Visitor Centre alla ricerca di gadget: essendo il concentrato dell’attività  pro – turista, le 2 boutique mi hanno colpito come al solito per i prezzi, alquanto bizzarri. Ho comprato un paio di cose, ma sin quando non riceverò il rimbordo di albergo e taxi, non potrò comprare granché. In altre parole, mi ridurrò all’ultimo giorno per comprare qualcosa, domenica prossima. Sono soprattutto i regali per i maschietti a mettermi in difficoltà … Boh!

A proposito di taxi: ieri Sauro ha riportato ad Anandi 400 rupie rimborsategli dalla compagnia di taxi. Quest’ultima me le ha ridate, dicendo che il taxista mi aveva fregato, applicando un prezzo assolutamente fuori dai canoni… Ma va? Avete mai notato che in quest’auto ==> c’è uno smile? Io lo sto facendo ora…

Il mio fratello virtuale Camus ieri mi ha detto che è impossibile leggere ‘sta roba: troppo lunga. Come dargli torto? In più, dopo poco più di una settimana qui, rischio di diventare incredibilmente noioso e ripetitivo. E se vivessi qui, ancora di più. Alla fine tutti noi umani ci stanchiamo, anche di quello che sembra un paradiso. L’altro giorno osservavo Pino ed un altro coetaneo italiano 35 – 40enne constatare quanto è difficile convivere con un’indiana: almeno quanto essere sposati con un’italiana… Quando Lalith mi ha chiesto se desiderassi diventare un Aurovilliano, l’amico di Pino è energicamente intervenuto a sconsigliarmelo. Ironico quanto volete, ma il messaggio era chiaro… Dopo un po’ Pino se ne è uscito con un “son 5 anni che sono qua, è ora di cambiare”, poi forse resosi conto della “gravità ” della cosa ha corretto in “no cioè scherzavo, però a volte è veramente dura vivere qui”.

La sensazione dei 2 è che si trovino prigionieri del loro “sogno”: Pino ha divorziato dalla moglie e dal suo ambiente natio (troppo provincia del Sud Italia pare, e su questo farei difficoltà  a dargli torto ), ma dopo aver trovato la sua indianina qui ha scoperto che vivere sotto il sole cocente per mesi e mesi all’anno (l’alternativa è pioggia torrenziale, quella dei monsoni) alla fine stanca. Come diceva Supriya quando le ho detto che molti italiani l’avrebbero invidiata in fatto di sole, “OK, ma a viverci 12 mesi l’anno ci si stanca”.

Chi non sembra granché stufo è Luigi: ma la sensazione è che sia di tutt’altro mondo. Che sia uno degli Aurovilliani della prima ora (anzi della seconda, visto che è arrivato quando i primi 400 aurovilliani “fondatori” erano già  qui), che quando dice di amare passare le sere a leggere in veranda lo dica sul serio, che quando mangia la sua bella insalatona a pranzo, ci goda davvero. Male che vada, c’è sempre il venditore di sigarette singole nel villaggio a sud di Auroville…

Gli altri, tipo Sauro ed Anandi, sono personaggi strani: contrariamente a Luigi (che mi ha parlato di uno dei traguardi di Auroville, “imparare a vivere senza l’assillo del denaro”), maneggiano i soldi della Commissione (e di altre istituzioni simili) accuratamente, fin troppo “professionalmente”… Persone come Supriya non hanno il minimo desiderio di stare ad Auroville: un posto di lavoro come un altro. Qualche indiano, tipo Lalith, è al contrario orgoglioso di trovare un posto nella società  aurovilliana: per lui, per sua moglie, per la bella figlioletta (2 anni).

Penso sia statisticamente e demograficamente impossibile che i 1.600 – 1.700 aurovilliani attuali diventino 25.000 nel 2025. Anche ad immaginare un notevole tasso di crescita, potrei azzardare che per quella data saranno in 5.000 – 6.000. Mi sa che io non ci sarò ancora: spero di essermi riuscito a confrontare con l’Occidente, prima. Qualche anno dopo, perché no… Forse alla fine è proprio l’anzianità  il periodo migliore per vivere ad Auroville: non mi meraviglierei se diventasse una sorta di ospizio d’èlite. È vero che la Madre ha scongiurato il pericolo sostenendo che è obbligo di ogni bravo aurovilliano lavorare (gratis), in modo da far progredire la comunità : ma anche insegnare qualcosa è un lavoro, e a 60 – 70 anni si ha abbastanza esperienza per farlo…

Quindi “Arrivederci Auroville, ci vediamo tra 45 – 50 anni”, sempre se sarò ancora vivo… Forse a quel punto un anno di newcomerato (termine diffuso qui) lo si fa, ed alla fine si gioisce pure per la casa gentilmente offerta dalla comunità  dopo averla comprata per la comunità  (tendenzialmente funziona cosà). Nel frattempo ci si dedica all’apprendimento del sanscrito. Dubbio che mi è venuto stasera al ritorno dal Visitor Centre osservando delle misteriose buche rettangolari: ma gli aurovilliani dove vengono sepolti? Effettivamente di persone veramente anziane se ne vedono poche, e la maggior parte son turisti: eppure il tipo italiano di cui sopra scriveva di aver visto un funerale.

Ormai è ora di cena, anche considerando che oggi ho saltato il pranzo, “consolandomi” con un pacco di crackers quanto meno inumiditi… Bleah. Non ho molta fame, ma son curioso di sapere a che punto è il turno del cibo, anche dopo aver verificato ieri alla Solar Kitchen che i turni esistono davvero (là è settimanale, Karen l’aveva già  intuito).

Una casa a Torino?

28 Settembre 2002

Come avrete saputo sfogliando il resoconto del mio viaggio in India, sto cercando casa a Torino.

Il punto è: come cercarla? Soprattutto: come farlo dall’India?

Ho ricevuto dalla segreteria di Torino una lista di persone e relativi numeri di telefono, ma ovviamente da qui non posso chiamarli.

Ho cercato su www.tecnocasa.it e www.casa.it: appena potrò cercherò qualche altro sito… Suggerimenti in merito? Esperienze?

Qualcuno conosce giornali di annunci a Torino? Alla fine mi sa che dovrò andare di persona a Torino per contattare qualche agenzia…

Sperimentiamo la lavanderia

28 Settembre 2002

Scritto il 28 settembre, mattina

Stamattina uno degli schiavetti dell’arpia è venuto a prendersi il cavo dell’alimentazione dalla mia stanza… Che noia! Fortunatamente mi ero appena vestito…

Fatto colazione davanti ad una disadattata nuova tedesca, poi al desco sono arrivati l’englishman e Banu. Non ho detto una parola, onestamente la mattina non sono granché trattabile… Soprattutto dopo una notte del tutto insonne… Vero che era in corso uno pseudomonsone con pioggia a catinelle, ma non era solo quello… Buh.

Ho cercato di comunicare in inglese con una vecchietta che becco la mattina a lavare i piatti: ho scoperto che era tanto scostante per il banale motivo che non sa l’inglese… Ma ho anche beccato la tipa della carta igienica dell’altro giorno, che con la sua solita area sbattutissima ha accettato la mia laundry bag, ma solo dopo avermi fatto contare i 27 pezzi all’interno… Ovviamente sembrano tanti, ma in realta’ almeno 7 – 8 erano mutande, ed il doppio calzini… Le altre cose sono 3 camicie, e che Dio me la mandi buona: Karen ha detto che lavano una skifezza, ma io mi accontenterei non le rovinassero (se non altro perche’ sono nuove)…

A proposito di Karen: oggi e domani non sara’ ad Auroville… Si avventurava stamattina in autobus verso una città  a metà  strada tra Madras e Pondicherri. Coraggiosa, direi, vista la condizione degli autobus e la quantità  surreale di gente pigiata all’interno…

Incredibile, vado in moto…

28 Settembre 2002

Scritto il 27 settembre, notte

Mangio liquirizia dopo la serata “al cinema” : il film era “Strawberry time” di Ingmar Bergman, del 1957. Veramente incredibile vedere un 150 persone che osservano (più che “guardano”) un film “archeologico”: in ogni caso con un’attenzione degna dell’ultimo blockbuster della stagione… La scena dell’auditorium mi ricordava quelle da film di fantascienza: persone di tutti i colori che osservano un reperto storico “proveniente dal pianeta Terra”…

A colpire soprattutto i giovani: finalmente ho visto i giovani aurovilliani, e le fanciulle aurovilliane… Probabilmente figlie di occidentali trasferitisi qui una ventina d’anni fa, veramente belle… Forse erano le francesine cui si riferiva il tipo italiano riportato l’altro giorno…

Ero con Karen, e Deo, ragazza che collabora qui alla Guest House: in realtà  si chiama ‘na cosa tipo Deospatrazjsjafjdsnvjnckxnkjcx, ma pare vada bene “Deo”, anche se per un italiano pare il diminuitivo di “deodorante”… L’altro giorno era seduta a tavola con me, Karen, Supriya e qualche altra/o dell’ufficio: diceva di avere 25 anni, ma a guardarla sembra una quattordicenne…

Effettivamente le indiane sono di 2 tipi: versione “schitirinicchio” (questa la dedico ad Alarico che saprà  cosa vuol dire ), piccoline e magrine, e versione “palla”, cfr. my lovely Supriya… In realtà  a pensarci bene c’è anche la combinazione “bassa e grassa”… Forse la più volte citata architetta Anupama alias “dea della bellezza” (cfr. il resoconto del tipo) colpisce tanto noi accidentali perché è tendente al magro, ma ha un’altezza discreta e un viso da donna e non da bambina…

Al “cinema” c’era anche Supriya, ma era lontana e l’ho vista fuggire durante “l’intervallo”; tra l’altro tutti son rimasti “confused” ==> perché il film si è interrotto di botto 2 volte. La prima, appunto, è stata intesa come un intervallo. La seconda pare fosse la fine, ma visto che è partita la pellicola e non sono apparsi i titoli di coda, ci son stati forse 5 minuti di disorientamento collettivo prima che ci decidessimo ad uscire…

Stasera a cena ho mangiato a malincuore il solito riso bianco, anche se proprio una manciata , con una zuppa più liquida dei giorni scorsi ma alquanto speziata (‘na novità , eh?)… A tavola c’era anche il Sir inglese e la solita coppia allucinata, penso siano francesi: in una settimana non abbiamo scambiato manco un saluto, bah… Ho beccato Banu, e le ho detto che dovrei rimanere fino al 7: m’ha guardato stile pesce lesso e non sembrava molto convinta fosse possibile… Tornerò alla carica domani, speriamo mi lasci la camera… Deo si è offerta di lasciarmi la sua, ma mi sfugge la logica: lei dove va, sotto il ponte? L’alternativa sarebbe un’altra guest house, ma secondo lei sono troppo care: io le ho risposto “Who se ne freg?”, lei m’ha guardata perplessa e Karen le ha spiegato che sono ospite quindi non mi interessa granché… In realtà  questa guest house ha il grande vantaggio di essere praticamente a 200 metri dall’ufficio, quindi non ho bisogno di alcun mezzo per muovermi nel percorso quotidiano: a pranzo c’è sempre qualcuno che mi dà  un passaggio. Solo ieri Karen non poteva riaccompagnarmi così ho fatto un pezzo di strada a piedi prima che Supriya tornasse a prendermi per portarmi in ufficio alla velocità  di 200 Km/h… Che sulle strade – percorsi di terra è veramente un’esperienza…

Strana ‘sta cosa delle moto: in vita mia ero stato su un motorino il 19 marzo 1997 (sulla Vespa di un mio professore del Liceo, per andare a trovare Tecla ) e il 17 marzo 2002 (a cavallo del bolide di Saaidi ). Qui invece faccio il passeggero su moto di qualsiasi tipo e cilindrata, dal motorino di Karen alla moto di oggi, passando per lo scooter di Supriya e la pseudoVespa scalcinata di Lalith…